Il n. 42-43 di "Rumore", luglio-agosto 1995, contiene un inserto speciale "SPECIALE CIRCUITI - LUTHER BLISSETT", composto dei seguenti articoli: "Effetto Blissett" (editoriale), "Leggende urbane, nomi multipli e calcio a tre porte", "Sesso, arte e psicogeografia", "Luther Blissett" (trafiletto sull'omonimo calciatore degli anni '80), "Il Punk come situazione" (sul link Situazionisti-King Mob-Malcolm McLaren), "Un pericoloso incontro con Luther Blissett" (una breve dichiarazione di poetica firmata Blissett) e "Urla in favore di Luther: bibliocronologia 1958-95".

Riproduco qui gli articoli più significativi.

 


EFFETTO BLISSETT

Era inevitabile che qualcosa del genere accadesse anche dalle nostre parti, da tre anni ne andiamo scrivendo nella rubrica Circuiti (cultura decentralizzata del netoworking, interazione orizzontale planetaria, plagiarismo e anti-copyright, cospirazioni occulte,ecc.), eppure il fenomeno Blissett, splendida concretizzazione di un sistema auto-generante di ogni sorta di imprevedibili e strampalate azioni di guerriglia culturale, ci ha colti ugualmente di sorpresa, apparendo come dal nulla e rimbalzando in questi ultimi mesi da corposi articoli sui maggiori quotidiani a servizi su riviste sotterranee e overground, libri di saggi, convegni, esposizioni e trasmissioni radiotelevisive.

Luther Blissett è una sorta di moderna leggenda urbana generatasi negli interstizi virtuali delle reti informatiche, una entità ubiqua che si presenta perlappunto col nome del centravanti di origine giamaicana transitato anni fa senza fortuna nel Milan, ma il cui volto (uno degli infiniti possibili, costruito al computer da autore anonimo sommando foto di persone diverse e diffuso tramite adesivi, volantini, ecc.) ricorda piuttosto un guappetto impomatato di provincia. Chi sia realmente e a cosa miri questo omonimo dalla pelle chiara del Luther calciatore è difficile precisarlo, quel che è certo è che egli applica tattiche e concetti di palese ispirazione situazionista (rispolverando la disciplina della "psicogeografia", nonché termini come "deriva" e détournement), ed appare molto più interessato a innescare processi di caos e panico mediatico, contrapponendosi alla tirannia mercificante della società dello spettacolo, che non a limitarsi a rivoluzionare il mondo dello sport (con la proposta di un inusuale "calcio a tre porte"). In libelli sferzanti quali "Guy Debord è morto davvero", Blissett si dimostra al tempo stesso puntigliosamente polemico nei confronti dell'involuzione teorica dell'ultimo Guy "The Bore" e impietoso nel denunciare quanti (sinistra inclusa) hanno tentato di stravolgere le ideedel pensatore francese, all'indomani della sua scomparsa, e di imbalsamare con lui l'intera eredità situazionista, un immenso "manuale d'uso" fertile e vitale oggi come sulle barricate del '68.

Valeva insomma la pena per questo mese, vista la portata e complessità dell'argomento, di far uscire "Circuiti" dai suoi ristretti spazi abituali, per cercare di meglio documentare progetto e imprese Blissettiane. Di seguito ad una nostra ricostruzione degli eventi, forzatamente frammentaria e sintetica, ospitiamo un intervento dello sfuggente personaggio, più alcune considerazioni sullo stretto legame che intercorre tra il situazionismo originale e la subcultura punk. (v.b.)

 

CREDITS: a cura di VITTORE BARONI, grafica di copertina PIERMARIO CIANI, inserto di Rumore n.42-43, luglio-agosto 1995.

 


LEGGENDE URBANE, NOMI MULTIPLI E CALCIO A TRE PORTE

"LB è un personaggio-metodologia. L'idea è quella di suscitare un interesse morboso nelle opere, azioni e reputazioni di LB. LB vuole fuggire dal carcere dell'Arte e CAMBIARE IL MONDO...Chiunque può divenire LB semplicemente dichiarandosi parte del progetto e firmandosi col nome collettivo LB..." (Luther Blissett - Rivista di Guerra Psichica e Adunate Sediziose).

Il fenomeno Blissett, non limitato alla sola Italia ma particolarmente "rumoroso" proprio da quando è approdato nel Bel Paese, è esploso con prepotenza sulle pagine dei giornali all'inizio del 1995, a seguito di una beffa giocata alla nota trasmissione "Chi l'ha visto?": un volantino, diffuso anche tramite stampa e Internet, denunciante la scomparsa dopo un'ultima telefonata dalla Bosnia dell'artista-performer inglese Harry Kipper, noto pure come illusionista giramondo con lo pseudonimo di Luther Blissett e atteso nel Nord Italia per alcuni spettacoli, mette in moto una troupe televisiva della RAI, che sul caso appronta due ore di registrazioni, trovando indizi e conferme fra amici del Kipper a Londra, Bologna, Udine e Trieste. Insorgono però nei responsabili della trasmissione seri dubbi sulla reale esistenza dello scomparso, il quale sarebbe stato sul punto di compiere in bicicletta una performance "psicogeografica", tracciando una linea immaginaria che unendo varie città del Friuli avrebbe formato la parola "Art". All'ultimo momento, il programma viene bloccato, ma ormai l'onda di interesse per il caso Blissett è montato, e cronisti di diverse testate si mettono sulle sue orme.

Vengon così alla luce ulteriori frammenti del puzzle, affiorano tracce di un Harry Kipper membro, fin dagli anni '70, del duo di body-artisti The Kipper Kids, menzionati da Jon Savage come act d'apertura in uno dei primi concerti dei Sex Pistols (vedi il volume "Punk!", citato in bibliografia, pag.242). Le "verità" Blissettiane sono però sempre di natura molto instabile, altre fonti fanno infatti risalire le origini del progetto al californiano Coleman Healy, che ne avrebbe poi attribuito lapaternità Kipper come stratagemma diversivo... Si scopre inoltre l'esistenza di una Associazione Psicogeografica di Bologna (APB: per i situazionisti la psicogeografia è "lo studio degli effetti esatti dell'ambiente geografico sul comportamento emotivo individuale") con una ventina di soci rispondenti tutti al nome di Luther Blissett (pare che nel gruppo, prima di essere espulso per aver tradito la regola dell'anonimato, abbia fatto parte anche il giovane scrittore Enrico Brizzi), che dalle frequenze di Radio Città del Capo, Radio K Centrale e ora anche Radio Città Futura 97.7 realizza settimanalmente trasmissioni notturne in diretta, sguinzagliando sul territorio pattuglie di LB che intervistano i passanti sugli effetti emotivi di determinati luoghi, o cercano di rintracciare i percorsi di ley lines (antichissime linee di flusso di energia), progettano "attacchi psichici" su obiettivi prefissati con la collaborazione attiva degli ascoltatori, o ancora lanciano proposte e critiche di urbanistica radicale, quale la realizzazione di "alcove pubbliche autogestite" a tessera magnetica (Piero Chiambretti, per una puntata del suo "Laureato", cercherà inutilmente di placcare e intervistare i radio-Blissett).

Ampliando il raggio delle ricerche, si trova poi conferma dell'esistenza, complice la diffusione spontanea del progetto tramite reti informatiche (in allestimento un sito-Blissett su Internet/WWW), di LB operanti in America, Germania, Finlandia e Regno Unito. A Londra ad esempio escono periodicamente, da almeno un paio di anni, i bollettini della London Psychogeographical Association (LPA), sulle cui pagine ci si può imbattere nei comunicati della Luther Blissett Football League, società che promuove la diffusione di un rivoluzionario "calcio a tre porte", con partite sperimentali giocate in Hyde Park. L'idea è stata già ripresa dai LB nostrani (pare che il primo incontro si sia tenuto a Roma, nei pressi del centro sociale Forte Prenestino) e dalla AAA (Associazione Astronauti

Autonomi), altra società britannica votata allo sviluppo di progetti spaziali a capitale privato, la quale ritiene il calcio a tre porte un ottimo allenamento per potenziali astronauti, in quanto tendente a sviluppare "l'arte della finta e la capacità di muoversi contemporaneamente almeno in due direzioni". Non appare casuale il fatto che, tra i fondatori della LPA, figuri Stewart Home, giovane teorico d'assalto autore di numerosi studi sulle avanguardie radicali del nostro secolo, esponente di punta di movimenti socio-artistici quali la mail-art, il Neoismo, il Plagiarismo, tutti in diversa misura debitori, al pari del punk, delle ricerche dell'Internazionale Situazionista. Si prospetta, in definitiva, uno scenario inquietante (o entusiasmante, secondo il punto di vista!), che vede il progetto Blissett ampliarsi di giorno in giorno, con attività segnalate a Roma, Napoli, Udine e in altre località della penisola, senza la possibilità di determinarne con certezza gli obiettivi e le dimensioni complessive, dato il numero sempre incerto e fluttuante degli aderenti.

Occorre precisare che la strategia dei "nomi multipli", ovvero di progetti la cui libera e anarchica diffusione dipende dalla possibilità di chiunque di aggregarsi su posizioni del tutto paritarie, non è nata con Blissett. Precedenti illustri sono il dadaista Hausmann, che ideò una "ditta" Christ & Co. Ltd in cui chiunque poteva diventare Cristo pagando una modesta cifra, o l'artista Ray Johnson, da poco scomparso, solito organizzare happenings e "clubs" per gruppi di persone con lo stesso nome e cognome, scelte dagli elenchi telefonici. Monty Cantsin, Lieutenant Murnau, Mario Rossi, Klaos Oldanburg, Karen Eliot, White Colours sono altri esempi di nomi multipli utilizzati negli anni '70-'80, con esiti alterni, da circuiti alternativi di artisti e musicisti internazionali, "come mezzo per sovvertire lo star-system e mettere in discussione il concetto borghese di identità" (Cfr. S. Home in "The Assault on Culture", p.74), ma certamente nessuno di questi progetti è riuscito a generare un impatto tanto forte e immediato quanto LB. L'ambito scelto da Blissett per i propri interventi non è del resto limitato al campo artistico, si inserisce bensì in una strategia di "terrorismo culturale" transnazionale a 360 gradi, comprensibile a tutti: "vivere il territorio, umanizzare la città, violentarla invece che essere violentati". Come Debord, Luther non si accontenta di poco: il virus a suo nome mira alla massima diffusione ed efficacia, sfruttando i talloni d'Achille del sistema di informazione di massa, quali la vulnerabilità delle agenzie stampa alle dicerie disseminate ad arte. Così agendo, mette a nudo meccanismi, falsità e contraddizioni intrinseche nei media di regime, dimostrando con quale facilità è possibile infiltrarvisi e influenzare l'immaginario collettivo. I giornalisti che si sono occupati del caso sono stati costretti, dalla esiguità e ambiguità delle informazioni disponibili, a manipolarle ed aggiungere qualche nuovo elemento alla "leggenda metropolitana di fine millennio" di LB, diventando così a loro volta involontari complici e co-autori del grande gioco.

 


SESSO, ARTE E PSICOGEOGRAFIA

 

"Il pettegolezzo è oggi filosofia"

Brian Eno, "The Wired Interview"

 

Se ancora necessitasse qualche altra dimostrazione pratica dell'elusiva ubiquità Blissettiana, nonché del suo acume dialettico, provate ad andare a rileggere la rubrica "Opinioni" nel n.34 della nostra rivista, oppure aprite a pag.33 il volume "Sesso Estremo" di William Cooper (per Castelvecchi), e troverete due casi totalmente distinti di un lettore di Rumore che interviene citando Boulez e Adorno sul dibattito della "musica di destra" e un Blissett/Kipper britannico, teorizzatore della legittima appartenenza della cultura sado-maso al movimento anarco-antagonista. Per dare soltanto telegrafica testimonianza degli ultimi sviluppi della saga, mi limiterò a segnalare una manciata di eventi e documenti legati al multiple name, che si stanno succedendo con vero e proprio effetto valanga nel momento in cuo sto scrivendo: dopo il n.0 uscito ad Aprile/Maggio, è già disponibile il n.1 della rivista "Luther Blissett", con tutto quello che è dato sapere sullo stato attuale del progetto (i testi sono un ben congegnato cocktail di rigore ideologico sovversivo e spiazzante provocazione ludica); in uscita a giorni è l'instant-book curato dal giornalista Gilberto Centi "Luther Blissett, l'impossibilità di possedere la creatura una e multipla" (Synergon), mentre Castelvecchi annuncia per Settembre un altro volume con collage di testi originali Blissettiani; l'etichetta milanese Alchemax/Vox Pop ha in uscita su server-Internet nonché CD l'album no-copyright "Luther Blissett - The Original Soundtracks", musiche del gruppo Le Forbici di Manitù per quattro pellicole sperimentali di Blissett; ancora a Milano si è inaugurata il 10 giugno una mostra di "opere giovanili" di LB (1974-1980) alla galleria Derbylius, in contemporanea con una esposizione presso l'associazione La Roggia di Pordenone di immagini dedicate a Blissett da noti grafici e fumettisti (Ciani, Guarnaccia, Lerici, Pasian, Toffolo) e di una serie di apparizioni/sparizioni alla Biennale di Venezia, che quest'anno reca il titolo molto Blissettiano di "Identità e alterità - storia del corpo umano e del ritratto nell'arte" (con labirintici percorsi psicogeografici fra le stradine lagunari, una beffarda video-installazione di "Autoritratti Virtuali", un convegno inaferrabile su "Corpi ubiqui e identità mutanti" annunciato da manifesti con relatori diversi in ciascuna copia, ecc.).
Può insomma un semplice pseudonimo creare tanta mobilitazione e scompiglio? Sembra proprio di sì, la "no-generation" ha trovato la chiave per mostrare ancora una volta a tutti che il re è nudo, e mentre sarà eccitante vedere in quali maniere potrà evolversi la faccenda (non credo siano ipotizzabili pericoli di immediata saturazione, dato che il nome multiplo, come un gioco di scatole cinesi, è sempre in grado di rigenerarsi e riproporsi sotto nuove identità), possiamo anche divertirci ad immaginare situazioni da incubo futuribile alla Philip K.Dick, ad esempio l'apocalisse burocratico-amministrativa che si abbatterebbe su di una città (o nazione, o pianeta!) in cui tutti pretendessero di chiamarsi Luther Blissett, o Diego Armando Maradona o, perché no, Pippo Baudo o Silvio Berlusconi... Se negli ultimi 10-15 anni la musica ha smesso di occupare, come negli anni '60'70, una posizione centrale e preminente quale propulsiva forza antagonista nella vita culturale delle giovani generazioni, sta insomma finalmente cominciando ad assumere contorni più definiti ciò che potrebbe sostituire il rock e dintorni in questa importante funzione: una varietà di esperienze multimedia e multisensoriali, di fluide aggregazioni a distanza rese possibili da circuiti planetari on line (i cosiddetti MUD, Multi-Users Dimensions, dimensioni virtuali create e gestite collettivamente, o TAZ, Zone Temporaneamente Autonome, per usare un termine caro ai cyberpunk) e- contemporaneamente - da circuiti più tradizionali quali posta-fax-telefono e il tam-tam di radio e riviste indipendenti. Nel MUD/TAZ, così come nella dimensione alterata del nome multiplo, non esiste più distinzione tra fruitore e produttore di informazioni, ciascuno contribuisce ad arricchire e modificare l'esperienza globale. Il fai-da-te caro al radicalismo punk compie così un ulteriore passo in avanti: non solo chiunque può imparare tre accordi e mettere in piedi la propria band, ma chiunque può essere chiunque e tutti quanti la stessa persona, annullando e attraversando le identità, inaugurando un'era di nomadismo anagrafico oltre che fisico, da D-I-Y a B-I-Y: Be-It-Yourself!

VITTORE BARONI (A SUIVRE!)

 


LUTHER BLISSETT

Campionato 1983-84. Le cose più importnati non succedono a Milano. Lo scudetto se lo giocano Juve e Roma, i cannonieri si chiamano Platini e Zic. Ma è nel Milan neopromosso dalla B che si materializza, per la prima volta in Italia, Luther Blissett. Un metro e ottanta per 79 chili, nato a Fairmouth, in Giamaica, nel 1958, Luther è il colpaccio piazzato da Giussy Farina per far sognare la piazza. Arriva dal Watford, la società di Elton John, dove segnava a grappoli: 27 gol in 42 partite, l'ultimo anno. Ma non lega con la Milano "da pere", in piena ascesa. A fine stagione metterà solo 5 gol nelle valigie preparate per un mesto rientro. Giusto il tempo per farsi affibbiare dal nostro maggior buongustaio, Gianni Brera, un soprannome spietato e irresistibile: "Callonissett", volto scuro del leggendario centravanti pappa-gol Egidio Calloni. In realtà, Luther aveva un piano. Il nostro. Il vostro. Ora si sa.

PAOLO FERRARI

 


UN PERICOLOSO INCONTRO CON LUTHER BLISSETT

"Mac Guffin è dunque il nome che si dà a questo tipo d'azione: rubare... delle carte, - rubare... dei documenti - rubare...un segreto. La cosa non è importante in sé stessa e i logici hanno torto a cercare la verità nel Mac Guffin. Nel mio lavoro ho sempre pensato che le 'carte', o i 'documenti', o i 'segreti' della costruzione della fortezza debbano essere estremamente importanti per i personaggi del film, ma di nessun interesse per me, il narratore" (Alfred Hitchcock).

Luther Blissett è tanto il narratore quanto il Mac Guffin di un "gioco di ruolo" rappresentato sulla scena del mondo; è essenzialmente una sinistra teoria della cospirazione che si avvale di strumenti testati nell'(Ethe)real Network dell'arte postale (il Multiple Name, le creazioni collettive "Add, Pass & Return" ecc.) e li usa per detournare e rimanipolare il linguaggio del mito, gli archetipi dell'immaginario collettivo, l'esperienza religiosa neopagana, ecc. Una specie di sciamanesimo lucido, non AL DI QUA dell'individuo e della democrazia (l'inquadramento totalitario) ma AL DI LÀ di entrambi: una libera e caotica empatia tra i soggetti, senza tirannia della maggioranza, come fascinosi Betazoidi.

I "raccordi emotivi" tra un elemento e l'altro possono a volte ricordare quelli del Noir più intricato ("Il Grande Nulla" o "White Jazz" di James Ellroy), oppure Paco-Ignacio-Taibo-incontra-Paracelso-durante-un-Rave.

Il gioco consiste nell'obbligare l'umanità a fare i conti con la catastrofe e a coricarsi al suo fianco perché essa non ci sorprenda durante il sonno. Quando ci si sente al sicuro, il nostro pensiero si limita a GIOCARE CON la catastrofe: al coinvolge nei suoi piani come fattore d'improbabilità, e per mettersi al riparo gli basta qualche modesta rassicurazione. Ai nostri giorni, quando l'insieme dei rapporti sociali è una grande pandemia neuroinfettiva (Cristo si è fermato a Ebola), si verifica l'opposto: dobbiamo GIOCARE NELLA catastrofe, destinare ad essa quasi tutto il capitale simbolico proprio per tenere aperto l'accesso a una via mediana, che è ormai diventata sottile come il filo di un coltello. Il Multiple Name diviene esperienza del limite, in diretta dal Promontorio dei Secoli:

"All'inizio del secolo puoi fare dello sperimentalismo, ma alla fine è un Western, si ha il dovere di raccontare quello che accade, si fanno i conti..." (Andrea G. Pinketts).

Luther Blissett non è una "identità collettiva", come scrivono i giornalisti, bensì una SINGOLARITÀ MULTIPLA: non esistono i Luther Blissett, esiste solo Luther Blissett. Noi viviamo oggi di questa possibilità: sfuggire ai ruoli. Alcuni indirizzi a caso per saperne quanto prima: Rainer Reutner, Weinberggasse 13/5, 1190 Wien, Austria; Neoist Alliance, BM Senior, London WC1N 3XX, UK.