Musica composta da

Le Forbici di Manitù

LUTHER BLISSETT - THE ORIGINAL SOUNDTRACKS

I film di Luther Blissett, o Harry Kipper-Blissett, o Coleman Healy-Kipper-Blissett, sono una sorta di araba fenice, molti sanno della loro esistenza ma quasi nessuno è riuscito ad assistere ad una loro proiezione. Al pari della quasi totalità delle opere appartenenti alla storia del cinema underground e delle avanguardie artistiche contemporanee, da Stan Vanderbeek a Otto Muehl, da Viking Eggeling a Istvan Kantor, non esistono edizioni commerciali in video e le rare copie su pellicola sono oggi quasi impossibili da rintracciare. Una società fondata sull'immagine banalizzata da grammatiche di montaggio totalitarie non può del resto permettersi il rischio del confronto diretto con il terzo occhio di un cinema libero da schemi precognitivi lineari.

Fra le poche tracce concrete dei film blissettiani, l'album di colonne sonore Luther Blissett - The Original Soundtracks (Alchemax/Vox Pop, 1995) e sporadiche recensioni apparse sulla stampa britannica.

 

DOWNLOAD!

HORROR VACUI

1. Streptomagma 2:06
2. L'omino con la macchina da presa sull'ombelico (Elegia per Karl Freund) 3:26
3. Danza dei lumpen-neoisti 1:00

RITORNO AL PIANETA DUPLEX

4. Un giorno del tutto uguale a un'altro a Taliskualis 3:44
5. Nascita di Mix-Yez-Pitel-Ick 1:00
6. Ci potrebbe essere un problema (goffi tentativi di sminuire un culto) 2:55
7. Presa di coscienza di Arira, operaia fotocopiatrice di livello B 1:15
8. Esilio nel deserto delle due lune 7:15

VENDEZ! CREVEZ!

9. Tele-evirazione dimostrativa di uno spacciatore di Koons 6:01
10. Tracce infide di bio-defoliante nel cocktail del vernissage 5:30

A RUSSIAN SUPREME

11. Tema di E.K. (giocattoli cubofuturisti) 2:12
12. Cambiare tutto e tutti: quando anche Malevic perse le staffe 4:20
13. Progetto per sedia-bicicletta-vibratore-piano optofonico 2:04
14. Tema di E.K. II (insinua nel bianco il cuneo rosa elettrico) 0:38
15. Due inglesi a Karkhov 2:33
16. Tema di E.K. III (La Belle Dame Sans Mercedes) 1:10
17. Psicomonumento dinamico alla Quarta Internazionale 3:49
18. Tema di E.K. IV (titoli di coda) 2:00

 

 


HORROR VACUI (Super8, colore, sonoro magnetico, durata 8', 1975)

Cortometraggio a passo 1 e tecniche di animazione miste. Una vertiginosa, amara e schizoide riflessione sulla saturazione dei linguaggi mediatici contemporanei, con violente evacuazioni e densi agglomerati in stile Brakhage di singoli fotogrammi catturati dalla televisione, o tratti da situazioni meticolosamente costruite in studio. Lo spericolato eppur puntualissimo frammento centrale, con pupazzi di plastilina che si muovono fra ombre inquietanti in sghembe e vampiresche micro-scenografie espressionistiche, è un vibrante omaggio al cameraman di fiducia di F. W. Murnau. Nel bizzarro ed enigmatico finale, il volto di Guy Debord e quello del regista vengono sostituiti a quelli di Maurice Chevalier e Jeanette MacDonald, nel détournement di un balletto da un musical del 1932, che si conclude con la didascalia: "il mezzo è il mixaggio".

VENDEZ! CREVEZ! (35mm., colore, durata 39', 1993)

Medio-metraggio che inaugura la recente svolta "cyberpunk" dell'eclettico e inquieto regista-performer. "Vendete! Crepate!" è uno snuff docudrama che vede celebri artisti, critici d'arte e galleristi internazionali (o loro cloni) torturati in successione da avveniristiche macchine celibi informatizzate. A titolo di esempio, lo SLS (Still Life Self-portrait) è un casco in tutto simile a quelli in uso per i videogiochi di realtà virtuale, ma immobilizza immediatamente il capo di chi lo indossa e, tramite un programma di iniezioni facciali e sollecitazioni elettro-idrauliche, rimanda a schermo e stampante del computer crudi ma stupefacenti effetti di morphing organico, fino alla morte del soggetto nel volgere di pochi minuti. Le (sim)crudeltà dell'autore-protagonista, in azione sempre fuori campo, si fanno mano a mano più efferate, ispirandosi alle fasi finali delle 120 Giornate di Sodoma del De Sade. L'opera è stata concepita come reazione, vent'anni dopo, alla disavventura occorsa ad un precedente film di Blissett, Vendez!, feroce attacco contro l'establishment artistico la cui unica copia esistente venne trafugata e con ogni probabilità distrutta pochi giorni prima della proiezione, fuori concorso, alla Biennale di Venezia del 1973. A detta del regista, il furto sarebbe stato eseguito su commissione di potenti critici d'arte "mafiosi", vituperati per nome e cognome nella pellicola.

A RUSSIAN SUPREME (16mm., b&n e colore, durata 110', 1969)

Diario cinematografico delle ricerche compiute in Russia da Blissett negli anni '68-'69, sulle tracce di una misconosciuta artista, Erika Eliotova Karenina (1889-?), la più radicale aderente femminile al gruppo suprematista ucraino Magazin (con la Popova, la Ekster e la Udal'cova). Convinta che non bastasse dare al popolo la sensazione visiva della rivoluzione in atto, bensì fosse necessario renderlo partecipe in prima persona delle trasformazioni in continuo divenire, con i suoi innovativi progetti di psicoarchitettura e psicoscultura modulare, smontabile e rimontabile a piacimento dagli spettatori/autori, la Karenina si attirò forti inimicizie e numerose scomuniche. Ogni testimonianza delle sue geniali opere multi-funzionali, invise a Tatlin e Lissitsky, è stata completamente cancellata prima ancora che, negli anni 30, i movimenti d'avanguardia russi venissero soffocati e proscritti dagli apparati statali. Alcune parti in bianco e nero del lungometraggio sono girate in puro stile costruttivista, o secondo il modello di cinema-verità creato da Dziga Vertov. Blissett e i suoi collaboratori, gli omonimi Harry Kipper e Harry Kipper, riescono ad intervistare alcuni parenti e conoscenti della Karenina, rinvenendo però solo labili e discordanti elementi circa i lavori e la possibile sorte dell'artista, morta in miseria dopo aver trascorso gli ultimi anni disegnando con gessetti colorati i propri progetti sui muri di Kiev oppure, secondo altre versioni, finita sposa di un magnate della canna da zucchero a Cochabamba, in Bolivia.

RITORNO AL PIANETADUPLEX (35mm., bianco e nero, durata 90'+90', 1988)

Collocabile a metà strada fra Alphaville di Godard e Il Pianeta Proibito, il remake di Fred McLeod Wilcox dell'opera shakespeariana La Tempesta, questa parabola di fantascienza sociale è l'unico tentativo portato a termine da Luther Blissett nel campo della fiction convenzionale. Seppur realizzato con pochissimi mezzi, resta a tutt'oggi l'unico film in assoluto realizzato nella rivoluzionaria tecnica "quadrimensionale", inventata dallo stesso regista: due macchine proiettano contemporaneamente, una di fianco all'altra, due versioni quasi identiche del film che gli spettatori, divergendo adeguatamente gli occhi, possono fondere in un'unica immagine, realisticamente sfalsata su quattro diversi livelli di profondità (4D).
Il film è un tentativo di strumentalizzare la teoria della doppia coscienza elaborata dallo studioso hegeliano afro-americano W.E.B. Dubois. Sul lontanissimo pianeta Duplex, a prima vista in tutto simile alla Terra, ogni cosa esiste o accade in duplice copia conforme: splendono due soli, nascono solo coppie di gemelli, ci si sposa due volte in chiese adiacenti, e via di questo passo. Il concetto di unicità e originalità è rigorosamete bandito, ogni idea o azione deve riprodurre o imitare quanto già fatto prima da altri. Questa satira del luogo comune razzista secondo cui le persone di discendenza africana sarebbero soltanto capaci di imitare, viene interrotta dalla comparsa inaspettata di Mr. Mxyzptlk, un individuo singolare e asimmetrico. Unico bianco in una classe sociale totalmente composta da persone di colore, Mxyzptlk crea i presupposti per un sollevamento popolare contro le ferreee leggi fatte osservare dal dispotico Doppio Direttorio. In tal modo viene introdotto il tradizionale tema hollywoodiano dell'arrivo di un uomo dell'ovest, incarnante il culto occidentale dell'individuo, il quale poi trasforma la società "tradizionale" offrendo l'illusione del Principio di individuazione. Questo familiaremotivo è comunque messo da parte quando i numerosi seguaci dell'Uni-Messia vengono tratti in inganno da un falso Mxyzptlk, deportati in blocco e riprogrammati a seguire ordinatamente i dettami della bi-burocrazia. Rimasto solo con l'amata Arira, al ribelle non resta che la via della fuga, vivendo di lì in poi felicemente alla deriva sul lato disabitato di Duplex. Quale tentativo di esplorare filmicamente la teoria di Dubois, forse il film rimane impastoiato in una strumentalizzazione troppo letterale del concetto di doppia coscienza. Ciò induce il regista a includere alcune scene artificiose, caratteristiche di certe commedie di second'ordine, dove una battuta iniziale viene tirata troppo per le lunghe. Risulta comunque efficace l'inversione dell'immagine assolutamente troppo frequente dell'eroe bianco salvatore. Quando i due generali Plagius (entrambi impersonati dallo stesso Blissett) finalmente riportano l'ordine nella capitale di Taliskualis, si determina una generale sensazione di sollievo. La popolazione dà avvio a grandi festeggiamenti in cui due processioni si muovono serpeggiando per le strade della città, inframmezzate da fotogrammi del carnevale brasiliano e del Mardi Gras di New Orleans. Questa celebrazione di un dualismo culturale, che dissolve l'identità ricomponendosi di continuo in nuove combinazioni, si contrappone alla sterile dualità di Mxyzptlk e Arira, un archetipo della moderna coppia che stà al cuore della famiglia nucleare.

 

La colonna sonora del film è disponibile sul CD Luther Blissett - The Original Soundtracks, una raccolta di partiture delle Forbici di Manitù, collaboratori di lunga data del regista.

 

Esiste la colonna sonora anche di questo film ma non è ancora stata pubblicata:

Two Million Mummified Ibises (1970)

Girata in pellicola formato Standard8, quest'opera avrebbe dovuto servire come trampolino di lancio per il comico Griff Rhys-Jones. Una sequenza di centrale importanza è l'animazione del cerchio di pietre monumentale di Avebury, in un ispirato esempio di avanbardismo neo-celtico. Fra gli attori, alcuni degli individui che avrebbero in seguito dato vita a Outer Spaceways Incorporated, nota associazione psicogeografica dell'Essex che raccolse proseliti in gran numero intorno alla metà degli anni settanta.

(recensione anonima nel pamphlet Green Apocalypse, Unpopular Books, 1995)

 


Produzione esecutiva e coordinamento: Piermario Ciani.

Musiche scritte, prodotte ed eseguite da Le Forbici di Manitù (Vittore Baroni, Enrico Marani, Manitù Rossi) allo studio Rasoio di Occam, tranne: (1.) da FdM e Alessandro Canovi; registrato all'Erich Zann Studio. (8.) da FdM e Massimo Pavarini. (9.) e (10.) da FdM e Massimo Pavarini; premix da Mondino, mix finale Akademgorod Studio; ospite speciale Satana Cianciulli: feedback. (11.) ospiti speciali Olga e Anna Tranfaglia: voci e percussioni assortite.

Concetto e grafica di copertina: Piermario Ciani.

Foto delle FdM: Stefano Camellini - Cult Media

Contatto FdM: E.O.N., Via C.Battisti 339, 55049 Viareggio, LU.

Note di copertina: Coleman Healy

NO COPYRIGHT - Giugno 1995