Da "Il manifesto" di venerdì 19 aprile 1996, pag.23

LUTHER BLISSETT DIVENTA UNA STAR

di Arianna Di Genova

Fisiognomica variabile, identità mutante, segni particolari, uno, nessuno e centomila. Luther Blissett questa volta si autoglorifica navigando tra Internet e la carta stampata. E perché no, cosa c'è di male nell'autoerotismo? Nel libro (vero/falso?), *Totò, Peppino e la guerra psichica* raccoglie tutte le sue azioni di pirateria [in realtà ve n'è un minimo campionario, N.d.LB.] in un mega-spot celebrativo. Cultura retrograda quella del copyright, ribadisce in più punti Luther. Salvo poi finire nello star-system, con tanto di volantini, storie di beffe, manifesti "programmatici". La promozione di se stessi non è mai peccato. Chiude il percorso psico-guerrigliero l'ultimo tiro mancino: il volume targato Mondadori che ha contagiato con "il virus della sovversione le alte sfere dell'editoria italiana".

Partiamo dal titolo della nuova pubblicazione blissettiana (AAA edizioni, l. 18.000). Totò è un'icona e in coppia con Peppino ha destrutturato il linguaggio. Ripassatevi la memorabile scena della lettera intimidatoria alla fidanzata del loro nipote universitario, perso in pene d'amore in "Totò, Peppino e la malafemmina". Luther Blissett, nome multiplo e un po' schizofrenico, comincia da qui e si autostoricizza. Propone tutte le sue immagini, i black-out mentali, i sermoni via radio, gli slogan post-situazionisti e le etichette apparse sui muri delle città e ovunque suonassero disarmoniche ("quest'opera vale poco e costa molto"; "questo timbro è proprio falso"). E scrive il romanzo di se stesso, ricordandoci le varie tappe di un attacco mediatico condotto a tutto campo, bersagliando a raffica.

La rassegna dei diversi eventi assomiglia a un blob gigante che ha invaso il mondo. In pagina, tra i documenti esilaranti, finisce la bufala alla trasmissione Rai "Chi l'ha visto?". Diramata la notizia della scomparsa del fantomatico artista inglese Harry Kipper, subito una troupe assetata di scoop parte, in una sgangherata ricerca. La stampa ha fatto da cassa di risonanza a una burla e la non-verità si è trasformata magicamente in purissima realtà. C'è poi la bellissima e macabra favola dei bulbi oculari di un animale trovati su una corriera accompagnati dalla scritta: "Che cazzo guardi?". Autore, ancora lui, il collettivo Luther. Viso di sintesi al computer, personalità no-copyright che sfida il dominio dell'Io, incubo delle istituzioni ufficiali, Blissett ha rumoreggiato anche ai bordi dei Giardini della Biennale artistica dello scorso anno. Dopo aver raccolto gli ultimi presenzialisti sbronzi per girovagare tra le calli veneziane nelle notti del 7 e 8 giugno, ha distribuito un depliant molto accattivante, finito in mano a centinaia di persone durante il vernissage: ognuno era invitato alla mostra della scimmia pittrice Loota. Al malcapitato che se la beveva, veniva elargita una cartolina con una banana e un messaggio: "La scimmia sei tu". Il sabotaggio culturale semina il panico e nel panico il potere perde il controllo e diventa disordinato. E nel disordine prosperano gli esperimenti, anche quelli esistenziali e psico-politici. Così narra l'epopea di Luther, che s'innesta sulle derive emotive e legge arbitrariamente tutti i segni e i codici precostituiti. È un modo come un altro per vivere in città che ci annoiano, per lasciare indizi di un passaggio che sia riconoscibile. L'anonimato è spettacolare e soprattutto deviante. Alla stregua della vita privata di un vip. E l'industria dello spettacolo ha poco da star tranquilla: deve molto denaro a Luther: "Da questo punto di vista - scrive - possiamo accordarci su un compenso forfettario generalizzato. Non avrete pace finché non avrò i soldi!".