Bologna, 20/12/1995

COMUNICATO DI LUTHER BLISSETT

 

AL LORO VANDALISMO RISPONDO CON LA RAPPRESAGLIA PREVENTIVA!
ALLA LORO CIECA DISTRUZIONE HO RISPOSTO DECAPITANDO UNA STATUA DI HENRY MOORE!

LO SQUADRISMO POLIZIESCO HA DATO UN SENSO AL MIO ATTENTATO E NE HA PERMESSO LA RIVENDICAZIONE RETROATTIVA!

SOLIDARIETÀ AL LEONCAVALLO!

1. Il blitz di via Watteau, pur inverandola, ha reso ridicola e inadeguata la retorica antipoliziesca dei vecchi testi hardcore (Loro, i padroni della città / vogliono farci sparire / O noi o loro / qualcuno deve morire, Impact, 1986). Quelle sacrosante - benché intollerabilmente vittimistiche - invettive erano approssimate per difetto. Non mi abituerò MAI (per fortuna!) ai pur prevedibili exploits vendicativi della Securitate, continuerò a reagire male, non smetterò di incazzarmi, ma sia chiaro che NON mi "indigno", quella è roba per liberal-flatulenti.
Questo NON è solo un comunicato di solidarietà: ne riceverete tanti, e guai se così non fosse, ma io non voglio espletare una formalità. Io agisco, seppure a modo "mio": la mia solidarietà attiva consiste nel "dirottare" le leggende metropolitane.

2. Bologna, Piazza del Nettuno. La notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre 1995 "Luther Blissett" (cioè CHIUNQUE SIA STATO) decapita una delle quattro statue di Henry Moore colà esposte allo scopo di "portare l'arte al popolo".

Queste penose operazioni di maquillage servono a indorare la pillola, a far contemplare l'immagine di una Bologna "polo culturale europeo" proprio mentre i poteri locali (Junta Vitali, Ente Fiera s.r.l., società Metropolis s.p.a., società autostrade) preparano colossali colate di cemento e ristrutturazioni urbanistiche il cui impatto ambientale sarà terrificante (rischiosissimo ampliamento della pista dell'aeroporto Marconi, nuova stazione ferroviaria, tunnel per l'Alta Velocità, suburbana di collegamento con il Motor Show, D.U.C. della Fiera, ristrutturazione del quartiere Cirenaica e chi più ne ha più ne metta). L'attentato alle sculture ha sputtanato le velleità di questi parvenus e ha segnato l'amministrazione col marchio a fuoco dell'"INAFFIDABILITÀ". Prima che i guardiani - beffati o corrotti da Luther - "si accorgessero" del danno, turisti e passanti hanno ammirato la statua e la testa caduta senza trovarci nulla di strano. La scultura è stata giudicata "restaurabile" e riportata a Londra da dov'era venuta.

A molte anime belle potrà sembrare orribile, ma questo "folle gesto" è stato un tributo a Moore molto più sincero di quello organizzato dai becchini d'assessorato: l'anonimo/a che ha "deturpato" l'opera d'arte ha in realtà interagito con essa, l'ha riplasmata e modificata, l'ha rimessa in gioco e al centro dell'attenzione. Probabilmente ne ha messo in atto alcune potenzialità in precedenza congelate nel blocco, ha liberato il gesto espressivo dell'artista. I passanti non hanno contemplato un "reperto", un corpo morto, un rottame dell'arte di ieri, ma hanno colto la materia nel pieno e nel vivo della sua trasformazione.

"Il 16 gennaio alcuni studenti rivoluzionari di Caracas hanno sferrato un attacco armato ad una mostra di arte francese ed hanno portato via cinque quadri, che successivamente hanno offerto di restituire in cambio del rilascio dei prigionieri politici. Le forze dell'ordine si sono impossessate nuovamente dei dipinti dopo una battaglia a colpi di arma da fuoco [...] . Pochi giorni dopo, alcuni compagni hanno tirato due bombe al furgone della polizia che trasportava i dipinti recuperati. Sfortunatamente, non sono riusciti a distruggerlo. Questo è senza dubbio un modo esemplare di trattare l'arte del passato, per riportarla in gioco perché abbia reale importanza nella vita.", Guy Debord, 1963.

Bologna come Caracas!

Dal canto loro, i suddetti becchini - fino al giorno prima gongolanti per aver soffiato la mostra di Moore alla concorrenza di Napoli - hanno fatto una figura di merda. Del resto, lo slogan di questa amministrazione ("uomini di paglia" che obbediscono ai diktat di potentati economici-ecomafiosi) era (almeno prima delle manovre del duo Chirac/Juppé) "Bologna come Parigi", e così non devono sorprendersi se le nottate si fanno più turbolente e le vie iniziano a pullulare di "teppisti" e casseurs.

3. Se Luther non ha rivendicato prima quest'azione, non è solo perché aspettava che si calmassero le acque, ma anche perché voleva mettere in atto un'A.R.S. (Attribuzione Retroattiva di Significato); in parole povere, Luther attendeva di poter "dedicare" l'atto vandalico a qualcuno, di poterlo trasformare in una rappresaglia preventiva. L'occasione gli/le è stata offerta dalla canagliesca devastazione dei locali del Leoncavallo: è quella la vera "teppa", è quello il vero "folle gesto": computer sfasciati, libri rovinati... Al disprezzo per il "culturame", e alla manifesta incapacità di "interagire" in un modo che non sia la cieca aggressione, rispondo trasformando l'aggressione in interazione, e in "cultura". Solidarietà al Leoncavallo.

 

Luther Blissett, psicogeografa