Da "l'Unità-Media", 27 marzo 2000, pag.5

La scrittura creatina - Luther Blissett

RETORICA MULTIPLA DA SALOTTO

di Marco Cassini e Filippo La Porta

Luther Blissett ha deciso di compiere un suicidio rituale (vedi libretto "Stile Libero"), nel senso della rinuncia ad ogni logica identitaria e territoriale. Ma un attimo prima del gesto estremo è stato preso da un attacco di incontinenza verbale e dalla smania di farci sapere quant'è acculturato.
Davvero aveva ragione quel cinico produttore hollywoodiano che ad uno stupito Dwight Macdonald (l'inventore del concetto di midcult) aveva svelato l'anima del nuovo pubblico di massa: "20 milioni di diplomati". Ahi Luther, dietro quel raptus citatorio quanta voglia "multipla" di accademia. E poi, quella "spettacolare" miscela di alto e basso: Baghavad Gita e trash, Cary Grant e Zhuang-zi (forse oggi l'unica vera trasgressione sarebbe ricordare che le Ninja e Dostoevskij non sono sullo stesso livello). Certo, ogni tanto Luther si commuove, cede al ricatto dei sentimenti e va dove lo porta il cuore. Però, maledizione, il cuore deve portarlo proprio da Calvino, che invece è un esempio alto, tragico di come un intellettuale si è difeso dal luto buio, minacciosamente fluido dell'esperienza! Se il prof. Abruzzese invitava, con demagogica spavalderia, gli analfabeti di tutto il mondo ad unirsi, il vecchio Blissett sarebbe irrimediabilmente dall'altra parte, il nemico da battere, con le sue citazioni portatili e usa-e-getta. Luther ha l'ossessione "progressista" che tutti gli altri siano "superati" (ad es. gli stessi situazionisti).
Ma proprio lui, con la sua retorica "desiderante", ormai andata a male (in fondo, l'attuale "capitalismo flessibile" ci chiede proprio questo, di cambiare identità ad ogni istante: altro che eversione!) e la voglia di essere accolto nel salotto buono, appare irrimediabilmente datato.