Da "Il sole 24 Ore" del 12 marzo 2000

Luther Blissett - IO, IL "MULTIDIVIDUO"

di Manuela Gandini

Il faccione di Luther Blissett, ottenuto attraverso il morphing di ritratti fotografici del secolo scorso sembra, oggi più che mai, la foto posta sulla lapide di un cimitero cristiano-giudaico. E le campane suonano a morto, come suonarono per Darko Maver, l'inesistente artista balcanico (creato dallo stesso Blissett) deflagrato da una bomba della Nato durante la guerra in Kosovo.

Luther Blissett - anzi una parte di lui: i quattro autori di *Q* (Einaudi) - si è suicidato, con il rito giapponese del *seppuku* "perché alla lunga un nome conduce a un'identità". Col passaggio del nuovo secolo è passato a miglior vita. Ha cambiato nome, si è trasformato in un organismo chiamato *Wu-ming*, in cinese "Senza Nome". E mentre i quotidiani ripercorrono l'avventurosa storia del morto, dai molteplici corpi e da un unico esteso cervello, esce in libreria la riedizione integrale del blissettiano *Totò, Peppino e la guerra psichica 2.0*, nel quale, attraverso una visione multipla, caleidoscopica, energetica, si avvertono vitali scariche elettriche in grado di stimolare il cervello morto di un amorfo Frankenstein mediatico.

Nato come insieme di anticorpi nel sistema della falsificazione, Luther Blissett (sviluppatosi a partire da Bologna e Roma), viene dal Trax o "X-Art" (arte proibita) degli anni Ottanta. Una griffe (in franchising anticipato) alla quale chiunque poteva affiliarsi e divenire unità operativa in performance, racconti, poesie, film, rave, fanzine. Alcuni anni più tardi ('94), sotto il nome Luther Blissett, un calciatore-bufala del Milan, si radunano persone di tutta Europa, moltiplicandosi via via in un organismo inclusivo, collettivo, reticolare, che anziché discriminare accoglie perché: "anche tu puoi essere Luther Blissett". Luther Blissett dichiara guerra all'individualismo imperante in nome di un multiple name o di un multi-viduo (contro in-dividuo) e s'infiltra visceralmente nel sistema dell'informazione. Come un trcikster, uno scaltro truffatore, produce eventi e prodotti mediatici (falsi) atti a sbugiardare la logica menzognera della società dello spettacolo, agendo sulla propulsione di una nuova mitologia. Nel '95 circola la notizia della scomparsa in Friuli di Harry Kipper, un performer inglese, che sta tracciando la parola ART sul territorio, percorrendo in mountain bike tutta la regione. La trasmissione televisiva *Chi l'ha visto?* se ne interessa, fa indagini e riprese tra Bologna, Londra e Pordenone e poco prima di andare in onda, si accorge della bufala di LB. più tardi il Multiplo, come viene chiamato il gruppo, fornisce a Giuseppe Genna, scrittore alla ricerca di scoop, materiale spazzatura per la realizzazione di un libro su se stesso per la Mondadori. Poco prima dell'uscita Blissett "lo sputtana su tutti i giornali, determinandone il flop". Episodi come questi si moltiplicano negli anni e provocano terrore nelle redazioni. Pur agendo sui parametri situazionisti della psicogeografia e della deriva e contro gli spazi territoriali chiusi dell'esistenza, L.B. liquida definitivamente Guy Debord (Guy The Bore) con un pamphlet ('95) intitolato *Guy Debord is really dead*. Il Multiplo non ha copyright. Usa, plagia, deforma, inganna, manipola testi e informazioni. Afferma che l'azione rivoluzionaria di guerriglia culturale, condotta all'interno della stessa cultura pop, può partire da qualsiasi punto blissettiano senza cardini e vertici. Nella visione orizzontale e collettiva "dell'organismo" umano e nella auspicata azione rivoluzionaria di ciascuno, si percepiscono concetti orientali legali alla filosofia buddista. "Il più antico multiple name - scrive Blissett - è senz'altro Buddha ("il risvegliato") che nasce come appellativo di un singolo (Gautama Siddharta) per poi giungere a designare chiunque, tramite la meditazione e una determinata condotta di vita, abbia raggiunto l'Illuminazione". Luther Blissett è ovunque e attinge ovunque. "Ha un'infinità di corpi, molti dei quali resteranno in vita nonostante la morte di alcuni altri". Luther Blissett, "Totò, Peppino e la guerra psichica 2.0", Einaudi, Torino 2000, pagg.230 [più 50 di introduzione, N.d.R.], L.17.000