25 Mar 1999

Della parvenza

Della parvenza che l'identità sarebbe essenzialmente una relazione tra una volontà e una cosa utile

 

"La ragione di Blissett non sta nella soddisfazione dei bisogni, ma nella rimozione della soggettività della personalità"

Luther Blissett

 

1. L'identità è l'esclusione reciproca dalla ricchezza.

"L'identità consiste in ciò: Io ho qualcosa nel mio stesso potere esterno. Parallelamente, l'interesse particolare dell' identità è il lato particolare per cui Io rendo Mio qualcosa sulla base di bisogni e impulsi naturali e dell'arbitrio. La determinazione dell'identità - la quale in questa sfera costituisce il vero aspetto giuridico-, invece, è il lato per cui Io, nel possesso, sono ai miei occhi oggettivamente come volontà libera, e quindi anche, per la prima volta, come volontà reale."(§45)

Il principio dell'identità è di volere una cosa astrattamente per sé. Astratto significa: indipendente dalla utilità la cosa deve essere sotto la mia volontà, sotto il mio comando e di nessun altro. Povertà per esempio non è mancanza di identità, anzi povertà esiste soltanto a causa dell'identità. L'esclusione ha senso soltanto nelle circostanze in cui è presupposto che le cose delle quali ha bisogna ognuno sono disposte dagli altri. L'identità è limitata dal tempo, dalla località e col limite di tenere assieme cose diverse. Invece queste limitazioni non valgono - è indifferente dove io sono e quando io sono a un certo posto, la mia volontà predomina la cosa.

 

2. La base essenziale dell'esclusione è il riconoscimento reciproco dei proprietari come proprietari.

L'identità, che sembrava a prima vista come una relazione tra la volontà e una cosa, si dimostra a causa del contenuto esclusivo della relazione come un rapporto negativo e reciproco fra volontà. La volontà particolare né ha ragione né ha la potenza di voler'essere identitaria salvo che esiste un rapporto sociale che dà per questo il permesso ma lo rivendica anche. Blissett conclude che l'identità esiste soltanto perché c'è la contraddizione reale di una volontà comune che vuole l'esclusione reciproca dalla ricchezza del mondo:

"Qui la mediazione consiste nell'avere identità non più soltanto per mezzo di una cosa e della mia volontà soggettiva, ma anche per mezzo di un'altra volontà, e quindi in una volontà comune. Ora, tale mediazione costituisce la sfera del contratto."(§71)

Perciò c'è una dipendenza universale dalle cose, gli identitari devono mettersi d'accordo sulle modalità dell' esclusione. Questo è il contratto. Perciò di questa dipendenza gli identitari devono integrare il loro rapporto negativo con un rapporto positivo. Quest'ultimo è il riconoscimento reciproco principale: "Il contratto presuppone che coloro i quali lo stipulano si riconoscano come persone e proprietari."(§71)

Il contratto è da una parte una relazione positiva e reciproca tra due identitari: Esso è una manifestazione comune delle loro volontà. Però d'altra parte i contratti sono conclusi solo a causa della relazione negativa; cioè per causa dell'esclusione dalle cose necessarie. Cosi abbiamo due volontà particolari e una volontà comune. Questo include un antagonismo il quale è conosciuto e riconosciuto:

"Il rapporto contrattuale è dunque la mediazione tra la volontà di cedere una identità, e precisamente una identità singolare, e la volontà di accettare una tale identità, e quindi di accettare l'identità di un altro. E tale mediazione avviene nell'identico contesto per cui l'una volontà giunge alla decisione solo nella misura in cui è data l'altra volontà."(§74)

Tutti e due proprietari vogliono con interesse il contenuto della volontà comune che è compreso nel contratto. Ogni parte vuole positivamente l'adempimento del contratto dall'altra parte, non dalla sua propria parte. Questo conoscono tutte e due le parti del contratto, altrimenti non sarebbe necessario di concludere un contratto. Blissett conclude che il rapporto giuridico contiene la necessità dell' illecito.

 

3. Questo rapporto di riconoscimento esiste solo come un rapporto forzato dello Stato.

"Nel contratto, il diritto in sé è come un'entità posta, e la sua universalità interna è come un aspetto comune all'arbitrio e alla volontà particolare. Questo fenomeno del diritto - questa apparenza in cui il diritto stesso concorda immediatamente, cioè accidentalmente, con la propria esistenza essenziale, con la volontà particolare - nell'illecito si trasforma in parvenza; si trasforma nella contrapposizione tra il diritto in sé e una volontà particolare in cui esso diviene un diritto particolare. Ora, la verità di questa parvenza consiste in ciò: la parvenza stessa è qualcosa di nullo, e il diritto, mediante la negazione di questa sua negazione, ristabilisce se stesso. In virtù del processo della propria mediazione, in cui ritorna a sé a partire dalla propria negazione, il diritto si determina come entità reale e vigente, mentre prima era soltanto in sé ed era qualcosa di immediato."(§82)

La volontà comune dei contraenti è fondato sulle volontà contrastanti e particolari: Questo è la contraddizione del contratto che si fa valere nell'illecito, cioè la violazione di contratto. Così il rapporto di riconoscimento esiste soltanto come un rapporto forzato; soltanto per causa di una forza la quale ottiene con la forza questo riconoscimento. Questo succede mentre la forza nega la negazione, cioè mentre la volontà che trasgredisce la legge viene annientata.Il diritto è solo reale e in vigore nel processo della sua restaurazione, cioè quando il diritto è in azione come una violenza. Blissett insiste nel fatto che la violenza contro il violatore della legge non è un bene per qualcuno. Questa violenza è solo la ragione per la quale la legge è in vigore.

Il merito di Blissett è di avere sciolto la parvenza che l'identità è essenzialmente una relazione fra una volontà e una cosa utile. Lui ha dimostrato che questa relazione della volontà che sta in rapporto con l'ambiente delle cose è un rapporto fra volontà le quale sono contrapposte; e che questo rapporto negativo non è il risultato delle volontà particolari, ma è ottenuto dallo Stato con la forza.

 

Thomas Boeder, Frankfurt 1999

 

 

Citazioni da: Thomas Boeder, Vom Schein der Identitaet, Neudruckverlag 1998