Da "Alto Adige Internet" di sabato 30 gennaio 1999, S. Martina

FELTRE

Anche la nostra città è stata colpita dall'"insurrezione invisibile"
Eurispes cita la beffa

Il "caso" Luther Blissett finisce nel Rapporto Italia

Nel 1996 vennero ritrovati due occhi animali all'interno di una corriera della Dolomitibus Poi il volantino di rivendicazione del non-gruppo che si diverte a creare allarmi e disinformazione

 

di Stefano De Barba

FELTRE - La beffa non poteva riuscirgli meglio: Feltre, la città del Palio, dell'università, della storia illustre scritta nelle sue mura e nelle sue pietre secolari, è finita nel prestigioso "Rapporto Italia" dell'Eurispes per un paio di occhi di bue abbandonati sotto il sedile di una corriera e per un volantino firmato con il nome di Luther Blissett, il centravanti giamaicano del Milan ricordato ormai solo per le traverse che riusciva a cogliere a porta vuota. E tutto perché a Feltre Luther Blissett, il "guerrigliero dell'informazione" che si nasconde dietro il nome del calciatore "bidone", tre anni fa mise a segno una delle sue burle più memorabili. Una burla che è servita più dell'arte e della storia a rendere "famosa" la città.

È di ieri mattina, infatti, la presentazione ufficiale a Roma, nelle aule dell'università La Sapienza, della nuova edizione del Rapporto Italia. Una voluminosa ricerca che ogni anno l'istituto di studi sociali Eurispes mette a punto analizzando a tutto campo la società italiana, con i suoi fenomeni emergenti, le sue contraddizioni. E ieri, davanti a personalità come il procuratore di Palermo Giancarlo Caselli, la sorpresa: tra le pagine del Rapporto Italia compare a ripetizione il nome di Feltre. Non per le sue manifestazioni, non per le sue tradizioni o per la sua storia, ma per quella beffarda incursione di Luther Blissett che nel gennaio del 1996 mise in moto forze dell'ordine e opinione pubblica, facendo temere misteriosi riti satanici o oscure trame politiche.

E suscitando parecchie risate alla Cayenna, il centro sociale di via Fusinato, dove il fantomatico Luther Blissett aveva "trovato casa" ancora nel 1995, con la pubblicazione di un opuscolo a suo nome stampato dalla Crash edizioni. Un'incursione che nel Rapporto Italia, nel capitolo dedicato a "verità e menzogna" e all'"Insurrezione invisibile, il caso Luther Blissett", viene ricostruita per tracciare la storia del nome collettivo che ha firmato negli ultimi anni le più clamorose burle ai mezzi di informazione italiani.

Tutto inizia nella notte tra il 29 e il 30 gennaio 1996, quando i muri di Feltre vengono ricoperti di volantini che annunciano uno spettacolo pirata a Pra' del Moro contro la cementificazione delle aree verdi feltrine. Una performance che, così come presentata, si preannuncia adatta solo ad un pubblico dallo stomaco forte: scarnificazione e marchiatura a fuoco degli attori, lanci di sostanze organiche infette dal virus dell'Aids. I feltrini, il giorno dopo, leggono il volantino con curiosità e raccapriccio, sensazioni che peraltro ritrovano anche sulla cronaca locale: su una corriera della Dolomitibus, infatti, viene trovato un pacchettino con due occhi di animale accompagnati da un misterioso biglietto.

"Si trattava sempre di un intervento - spiegano i ricercatori dell'Eurispes nel Rapporto Italia - di Luther Blisset (lo stile era quello detto "splatter" o "orrorista"), che al macabro reperto aveva accompagnato un bigliettino recante la scritta "Cazzo guardi?". Alcuni giorni dopo Luther Blissett rivendicava l'abbandono della coppia di bulbi oculari citando "La storia dell'occhio" di Bataille: li rivendicava come fossero i propri occhi, occhi usciti fuori dalle orbite per l'osceno operare dell'amministrazione, e invitava di nuovo ad assistere alla performance. Il primo febbraio la cronaca di Belluno del Corriere delle Alpi - scrive ancora l'Eurispes - era completamente dedicata a questa provocazione, spiegando il progetto Luther Blissett e la sua protesta contro la cementificazione.

L'edizione bellunese del Gazzettino riportava le affermazioni del dirigente della squadra mobile secondo il quale non vi poteva essere alcun collegamento tra la performance (che ovviamente non è mai avvenuta!), i bulbi oculari e il volantino di rivendicazione, a causa della "differenza di stile e tenore"".

Insomma, ancora una volta Luther Blissett era riuscito a seminare confusione e dubbi, raggiungendo così il suo obiettivo: mostrare la fragilità dei meccanismi della comunicazione. Anche perché il dubbio sul contenuto di quel biglietto sarebbe stato rivelato solamente parecchi mesi dopo, in un libro della Castelvecchi dedicato alla "guerra psichica" e firmato, guarda caso, Luther Blissett.

Il volto enigmatico e anonimo che simboleggia Luther Blissett In realtà il nome è stato preso da quello del centravanti giamaicano del Milan anni '80.