Da "Il Manifesto" di domenica 5 aprile 1998

BOLOGNA - Una controinchiesta imbarazza il giudice Musti

CHIESTA LA CONDANNA AL ROGO PER "LUTHER BLISSETT"

In un volume e in due siti Internet l'analisi dissacrante di come un giudice bolognese ha condotto l'istruttoria contro i "Bambini di Satana"

 

di Daniele Barbieri - Bologna

Si riapre il caso Satana-Musti-Blissett. Il 20 giugno '97 il tribunale di Bologna assolse Marco Dimitri, Piergiorgio Bonora e altri esponenti della "Bambini di Satana Srl.". La grande accusatrice era Lucia Musti, pubblico ministero che su quel processo costruì la sua notorietà. Qualche giorno fa Musti ha citato in tribunale un editore e due siti Internet che raccontavano quella vicenda: chiede ritiro e distruzione dei testi nonché 450 milioni di danni. Domani sera se ne discuterà al Link (via Fioravanti 14) all'assemblea "in difesa della libertà di parola". Per aver violentato la minorenne "Simonetta" nel gennaio '96 i satanisti - così si autodefiniscono - Dimitri, Bonora e Luongo (ex fidanzato della ragazza, poi prosciolto) finiscono in carcere per pochi giorni. Vengono scarcerati per insufficienza di indizi. Lucia Musti non s'arrende e il 6 giugno '96 i tre tornano in galera; vi restano oltre un anno con l'accusa di aver sequestrato e violentato un bimbo di due anni "durante un rito satanico". I media e i cattolici più retrivi esultano. Gli imputati sono accostati al "mostro di Marcinelle". Nessuno fa invece caso ai continui mutamenti di versione della testimone: non è vero che conobbe la setta il giorno del presunto stupro, la frequentava da un anno; parla di abusi sul bimbo dopo averli negati; anzi parla addirittura di sacrifici umani (senza riscontri né cadaveri). Se un imputato ha un alibi per la notte dello stupro "Simonetta" rimuta versione e Musti le crede: se la violenza non fu il 18 novembre '95, allora avvenne il 25, il 26 o la notte successiva o magari "in data anteriore o prossima a quella".

I "Bambini di Satana" sono perfetti come colpevoli: sono personaggi antipatici (soprattutto Dimitri, ospite anche al Costanzo Show) e tanto sembra bastare, anche senza riscontri. Solo il quindicinale Zero in condotta avanza dubbi e pochi intellettuali (Benni, Brizzi e altri) parlano di "caccia alle streghe". La rivista ospita una ricerca di Luther Blissett (nome collettivo di "ironici guerriglieri dell'informazione" di vari paesi) che confronta la vicenda con i molti casi simili verificati negli Usa, noti come "False Memory Syndrome" (Il Manifesto, 29/06/97) perché molti si autoconvincono d'essere stati costretti a partecipare a festini demoniaci.

Negli Usa persino l'Fbi afferma ormai che non c'è alcun complotto "diabolico". Per i Blissett bolognesi la caccia ha un mandante ideologico: il Gris, gruppo di ricerca e indagine sulle sette con appoggi nella curia. Tutto fa Satana, secondo costoro: Scientology, sette orientali, semplici curiosi di esoterismo, metallari e sottoculture giovanili.

Dopo 50 udienze il tribunale sentenzia che "il fatto non sussiste" (Musti aveva chiesto 8 anni per Dimitri). L'unica condanna suona vagamente ironica: la "Bambini di Satana Srl" dovrà pagare un milione di multa per irregolarità fiscali.

Isteria collettiva per mostri inesistenti, come documenta la ricostruzione pubblicata dal proteiforme Blissett ('Lasciate che i bimbi... Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe') che si può leggere su Internet (www.2mila8.com). Sono questi i testi che l'instancabile Musti vuole ora mandare al rogo. Il primo commento del Luther Blissett Project (Lbp) è questo:

"Nel mirino c'è soprattutto Internet, la sua orizzontalità, la transnazionalità che la rende difficilmente censurabile, il suo garantire libertà d'espressione a chi non trova spazio nei vecchi media, il suo saper invalidare il copyright e impedire la privatizzazione della comunicazione sociale", e chiede una gestione "pubblica e politica" del processo. Il timore (o la certezza) è che si voglia dimenticare che tre innocenti sono stati in galera, con la Musti che "equiparava i satanisti ai mafiosi e la propria inchiesta a quella sulla Uno bianca". Quanto alla stampa forcaiola, ben si vede dalle odierne fanta cronache sul Pratello che la montatura contro i "satanisti" non fu una sbavatura, ma solo un momento di una prassi consolidata. Anche la gestione del processo per la strage del Pilastro, prima che spuntassero i fratelli Savi, dovrebbe del resto far meditare sul clima inquisitorio in città. Commento finale del LBP: "Chi è causa del suo mal pianga se stesso e cambi mestiere".