Sir Luther alla ricerca del Graal

Il Teatro Situazionautico è tornato in città!

 

di Luther Blissett

 

Prima puntata

 

Pensate che c'è ancora in giro gente che fantastica di sotterranei complotti tra Blissett e la nuova destra misticheggiante, solo per il fatto che il Nostro manipola un immaginario celtico-pagano! Questi mentecatti paranoidi si sono certamente persi la prima puntata di Quelli del Graal, soap-opera psicogeografica ispirata alla saga della tavola rotonda. Non mi dispiace per loro. C'è chi si fa venire l'ulcera e chi si diverte. In poche parole: l'avanbardo Luther Blissett ha gettato nuovamente la sua ombra su Gotham City e lo ha fatto alla grande.

Piazza Verdi. Re Artù e i suoi dieci cavalieri, in armature candide, hanno un progetto: gettarsi nel campo della realtà virtuale e fare un sacco di soldi. Ma sorge un problema: Modred, il tesoriere, scappa con la cassa. Occorre rifinanziare l'impresa; i cavalieri decidono di mettere all'asta degli oggetti non oggetti qualunque, ma con una storia lunga e complicata, in grado di trasformare una zeppa di legno in una scheggia dell'arca di Noé

Piazza Rossini. Tra motorini, digossini, e pollicini che vogliono passare, si tiene l'asta e Percival riesce a vendere il primo oggetto a uno degli spettatori. La ricerca riprende, la ley-line di via Zamboni viene percorsa ancora per un centinaio di metri, ma all'improvviso Baracchina dei gelati. Due carrelli della Coop incendiati sbarrano la strada a Percival e a Morgana (tra i due sembra esserci del tenero). In mezzo alle fiamme si staglia Viviana, intenzionata a non lasciarli passare. Il duello è inevitabile. Colonna sonora: Ennio Morricone da Il buono, il brutto, il cattivo; armi prescelte (nell'ordine): schiaffo, scarpata, schiuma da barba, birra, succhiotto sul collo. Roba da far battere i denti a Sergio Leone e a Ridley Scott. Dai colpi si passa alle lattine rovesciate in testa fino ai baci disarmanti. È una patta. Nelle vicinanze si erge un castello popolato di uomini che trafficano, maneggiano e ordinano. Forse proprio lì è custodito l'Ultimo Oggetto Tutti a palazzo D'Accursio!

Fine prima puntata.

 

 

La destra cattolica e/o fascista legge la ricerca del Graal come l'allegoria di una restaurazione della "cultura europea" e della sua purezza razziale, di una rivolta contro il mondo moderno, borghese, secolarizzato. [Luther Blissett] sconvolge questa interpretazione e vede nel Graal il simbolo di quei politeismi pagani che hanno costantemente solcato e corroso la cristianità, di un melting pot che non smetterà mai di arricchire l'esperienza della specie umana. Non c'è mai stata alcuna "purezza", e i miti non vanno restaurati, ma usati come "significanti di un continuo divenire", di un net-working che costruisce il con-dividuo.

L. Blissett, Mind Invaders, Castelvecchi 1995, p.32

 

Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda cercano l'Ultimo Oggetto, un oggetto indefinito, inesistente, perché non è attraverso il raggiungimento del possesso, della proprietà su di esso che se ne svelerà il significato, ma nella ricerca stessa. La Ricerca è infinita, non c'è nessuna purezza da recuperare si diceva, né verità intrinseca da raggiungere. I cavalieri stanno attraversando territori ostili e pericolosi, le terre di Bottegolandia e Universitopoli, e dovranno assaltare il castello del potere, sostenere duelli, scontrarsi con nemici agguerriti, per poter continuare a spostarsi e a cercare. Tutto questo consentirà di sfuggire all'assedio nei luoghi chiusi, murati, per continuare invece ad attraversare la città e a creare situazioni anomale, percorsi apparentemente insensati, blocchi del traffico.

La mappa della città si sbriciola: il Graal si riempie di nuovi significati e diventa simbolo della deriva psicogeografica per la città; della trasformazione dei percorsi obbligati; del conflitto con lo Sceriffo di Nottingham che vuole imporre la sua circolazione urbana. Il Graal diventa insurrezione dei corpi, divertimento gratuito, de-propriazione.

 

La prossima puntata a gennaio: si ripartirà da via Zamboni, angolo via Canonica.