Arrivo a postare questo articolo dal "Corriere della sera" sulla beffa alla Mondadori con notevole ritardo: è uscito, mi sembra, la vigilia di Pasqua. La fotocopia di cui dispongo non è datata. Una settimana dopo, in riferimento al pettegolezzo di "Cybersleaze" su Al Pacino gigolò nella Sicilia degli anni '60, "Studio Aperto" (telegiornale satirico di Italia 1) ha definito Luther Blissett (pronunciato alla francese, "Blissé") come il più famoso burlone dell'Internet, anzi "un vero e proprio esercito di burloni". Mi sembra di poter indicare questo articolo come la "fonte" dell'informazione.

 


CYBERCULTURA/Il movimento Luther Blissett beffa la Mondadori. E promette altre sorprese.

"GIORNALI, UNA RISATA VI SEPPELLIRÀ"

La goliardia on line all'attacco dei media tradizionali

 

di Rocco Cotroneo

Giornalisti, editori, conduttori di talk show, attenti a voi! Dall'oceano delle reti non arrivano più soltanto notizie e idee, ispirazioni e fonti a buon mercato. Ormai l'allarme è scattato: Internet sta diventando un terreno minato per i mass media tradizionali, presi di mira dalle frange più creative del movimento cyberpunk con beffe, falsi e leggende metropolitane. Il mezzo elettronico offre libertà d'azione e permette quasi sempre l'impunità: sulla Rete l'anonimato nelle comunicazioni è un gioco da ragazzi, l'abilità degli scassinatori è generalmente superiore a quella dei Guardiani, la Legge di fatto non esiste.

Beffe mediatiche, terrorismo culturale, guerriglia comunicativa: le definizioni del fenomeno sono altisonanti. Ma è davvero una filosofia dell'era moderna o solo una grande Internazionale della goliardia? Su Internet si è trasferita da qualche anno una controcultura nata tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, il Neoismo, che affonda le sue radici addirittura nel Dadaismo e nel Futurismo. Predica l'arte del complotto alle istituzioni culturali per dimostrarne la fragilità intrinseca, in nome della totale e assoluta libertà d'espressione. Libertà spinta al punto di rifiutare l'idea stessa di autore. Da qui il fenomeno del multiple name, o nome collettivo: chi aderisce a questi principi non firma con il proprio nome, ma usa sempre lo stesso pseudonimo.

In Italia, grazie a una straordinaria intuizione ironica, circola da un paio di anni il nome Luther Blissett, dall'indimenticabile centravanti del Milan nella stagione '83-'84 (2 gol all'attivo e innumerevoli palle in tribuna) [Errore! Quell'anno Blissett segnò 5 gol, e la sua specialità non era la palla in tribuna bensì il gol sbagliato a porta vuota. N.d.LB.], sinonimo stesso di "meteora" e soprattutto di "bidone". Di messaggi firmati Luther Blissett ne girano a centinaia in Internet e nelle Bbs italiane ed europee, e chi li riceve viene esplicitamente invitato a fare lo stesso. L.B. si è recentemente trasferito dalle reti all'editoria "ufficiale" e ha perfino scritto anche due libri negli ultimi mesi: il primo, "Mind Invaders", edito da Castelvecchi, è riconosciuto come una sorta di manifesto ufficiale del movimento; il secondo, appena pubblicato da Mondadori (Net.gener@tion), è al centro stesso di un caso singolare. Un collaboratore della casa di Segrate ne ha ricevuto il testo nella sua casella di posta elettronica, pezzo per pezzo. Pochi giorni fa, in occasione del lancio pubblicitario, Luther Blissett ha rivelato la beffa. Ecco cosa ha scritto Luther, sempre lui, alla casella di posta elettronica di "Corriere Multimedia": "Ho spedito alla Mondadori scarti del dibattito controculturale di due-tre anni fa, con alcuni passaggi chiaramente falsi e contraddittori. Li ho rifilati a una casa editrice che non può ne potrà possedere la creatura una e multipla che io sono". Aggiunge l'editore Alberto Castelvecchi, che si definisce punta emergente del movimento ("sto a Luther Blissett come il Sinn Fein sta all'Ira"); "L.B. non può tollerare che la Mondadori abbia posto il copyright sul libro e che curiosamente si sia dissociato dal contenuto, con una nota". In questo senso la beffa è perfettamente riuscita: il suo scopo - dicono gli ideatori - era dimostrare che nessuno, nemmeno una grande casa editrice, può davvero controllare ciò che pubblica. Potrebbe succedere la stessa cosa con l'articolo che state leggendo in questo momento. La storia della beffa potrebbe essere una beffa. Vedete voi.

Giornali e tv, dunque, sono ad alto rischio. In Italia Luther Blissett ha già colpito un quotidiano, con la falsa storia della ragazza di Rimini la cui missione era diffondere l'Aids [in realtà la ragazza stava a Bologna, non a Rimini. N.d.Lb.] e la trasmissione tv "Chi l'ha visto?". In Inghilterra l'Alleanza Neoista ha fatto circolare pamphlet e volantini depositandoli nelle librerie con la tecnica del "furto al contrario", suscitando liti furiose tra gruppuscoli di estrema destra che si sono accusati l'un l'altro di esserne gli autori [raccontata così non si capisce niente! Si trattava dell'opuscolo "Crown Against Concubine", disponibile alla Grafton 9, 051/271066. N.d.LB.].

Negli Stati Uniti il maestro assoluto delle patacche editoriali è l'artista newyorchese Joey Skaggs: finora ha utilizzato tecniche "low tech", usando i tradizionali posta, telefono e fax, ma un suo sbarco su Internet è dato per imminente. Skaggs, dai primi anni settanta a oggi, ha rifilato ai grandi giornali USA storie incredibili, dall'apertura di un bordello per cani solitari alla clinica dei sogni a comando, per finire al recente "progetto Salomone". Ne ha parlato, cascandoci in pieno, anche la Cnn: si trattava di un progetto di intelligenza artificiale della New York University che avrebbe presto permesso la nascita di un software-giudice: bastava inserire un caso giudiziario in un computer e in pochi secondi sarebbe arrivata la sentenza, la più giusta ed equa possibile.

Skaggs predica da anni che "la gente deve smetterla di credere a giornali e tv". Il suo è cultural jamming, disturbo, interferenza culturale, proprio come quello di Luther Blissett su Internet. Ma la Rete - sostiene la filosofia cyberpunk - è di per sé scarsamente credibile, poiché luogo di tutte le libertà, quindi anche della libertà di mentire, distruggere, esagerare. Su Internet esistono servizi semplicissimi da usare, che consentono di rendere anonimi o criptati tutti i messaggi. Su Internet esiste la falsa pagina di Bob Dole, la home page alternativa di Bill Clinton, la McDonald's veramente virtuale. C'è anche chi si è preso la briga di "occupare" preventivamente alcuni indirizzi, per evitare che le vere società li utilizzassero. Su Internet tutto è possibile, fuorché avere certezze.