Dopo "Liberazione", ecco un'altra non-recensione di "Mind Invaders", stavolta dalle pagine bolognesi de "La Repubblica" di sabato 30 dicembre 1995. Anche qui, risulta evidente che S.C. ha letto solo la quarta di copertina e (forse) le prime 4-5 pagine del libro. Ma, prima di commentare, riporto l'articoletto:

 


Le provocazioni del gruppo [!] in libro

BLISSETT, INVASIONE DEGLI ULTRACORPI

"FOTTONO" giornali e tivù, come si legge nel sottotitolo del libro

"Mind Invaders" (ed. Castelvecchi), ma solo per "insinuare anticorpi nel sistema di menzogne che le società avanzate edificano per estendere il loro controllo poliziesco sulle identità". Autore (o autori) di questo "manuale di guerriglia" è Luther Blissett, ovvero uno, nessuno e centomila, pseudonimo collettivo dietro il quale chiunque può celarsi per fare analisi socio-politiche o goliardate [aridaje! Il Basic Liberal è un linguaggio intollerabilmente povero e noioso.], per sentirsi artisti o carbonari. Il libro sostiene l'importanza del superamento dell'individuo usando un nome finto [finto? E che significa? Se ha conseguenze nel reale, allora è un nome "vero"!] che chiunque possa usare. Nonostante alcune pagine stuzzicanti, il libro delude: tra il pullulare di nomi propri (ma non doveva esaltare l'anonimato?) il manuale per "fottere i media" non mantiene le sue promesse, cioé non spiega e non fa esempi. Meglio per gli aspiranti Luther imparare dai segreti italiani, dove "manine e manone" ben guidate hanno sommerso di veleni e finti dossier le redazioni. Perché Luther Blissett non ha inventato niente di nuovo.

(s.c.)

 


 

Ma dove sei stato/a negli ultimi 12 mesi, tesoro mio? E cos'hai fatto nelle ore che avresti potuto impiegare leggendo il libro che hai "recensito"? Se il libro lo avessi letto veramente, avresti visto che nell'ultimo capitolo viene spiegato il senso del verbo "fottere" (che Luther impiega in un'accezione assolutamente non-militaresca e non-omofobica: il significato è più o meno: "fare l'amore coi media"). Avresti anche letto che:

1. a Luther non interessa "smascherare" chicchessia (infatti: a) sotto le maschere non c'è mai nulla, è la maschera il "vero" volto; b) preferisco sperimentare concatenamenti comunitari e progettarmi un po' di felicità),

2. che il sottotitolo del libro era solo uno specchio per le allodole,

3. che l'opera di depistaggio e disinformazione tipica dei servizi di intelligence è EFFETTIVAMENTE una delle mie fonti di ispirazione e, soprattutto, che Luther è per il plagio e contro il mito dell'"originalità", ed è perciò ben felice di "non aver inventato niente di nuovo".

Tutto questo (e molto altro) è scritto in "Mind Invaders" (hai presente, quel pamphlet edito da Castelvecchi... A proposito, perché non lo recensisci?) Saluther!