IL CASO NAOMI CAMPBELL

ovvero:

Come fu che l'ubiquo Luther Blissett trascinò i giornali bolognesi in una spirale di delirio e psicosi del complotto.

 

BOLOGNA. Negli stessi giorni in cui Luther Blissett beffava il "Resto del Carlino" con la falsa confessione di "L.B.", prostituta sieropositiva che agiva da "untore" nel capoluogo emiliano (Cfr. "Ho l'Aids, infetto per vendetta", RdC, giovedì 19 ottobre 1995 e "Noi, Blissett, abbiamo beffato il Carlino", "La Repubblica - Bologna", venerdì 27 ottobre 1995), veniva avvistata in città la nota top model Naomi Campbell, in missione segreta per conto del Dio-Liposuzione. Lo stesso giorno in cui "La Repubblica" ridicolizzava il "Carlino" rivelando che "L.B." era Luther Blissett e che la testimonianza era falsa, il "Carlino" dedicava un articolo all'apparizione di Naomi. La notizia veniva data anche dal TG2 e dal TG3 regionale.

 

Dal "Carlino - Bologna" di venerdì 27/10/1995:

La Campbell in clinica

INTERVENTO 'TOP SECRET' PER NAOMI

Bella com'è, cosa mai dovrà "ritoccare" del suo fisico? Eppure ieri, in grande segreto, Naomi Campbell, la seducente e chiacchierata top model che ha fatto girare la testa al principe di Monaco, è venuta a Bologna per farsi visitare da quello che ormai è considerato uno dei "maghi" italiani della chirurgia estetica, il professor Roberto Lauro. Naomi è arrivata in auto (una Saab) proveniente da Milano, accompagnata da un'amica (una bella signora di circa 35 anni, sembra moglie di un personaggio molto noto in campo nazionale). Tutta vestita di nero (fuseaux, golf, mantella), il volto seminascosto da un grande paio di occhiali e foulard nero in testa a coprire i capelli fluenti, tacchi altissimi, la celebre indossatrice è letteralmente sgattaiolata, passando dal sotterraneo, all'interno della clinica Villa Toniolo, riuscendo a non dare molto nell'occhio, ma non tanto da non essere ugualmente riconosciuta. Il suo volto è ormai troppo noto (fra l'altro in questi giorni viene rimandato più volte quotidianamente da una casa di cosmetici in TV, facendo quasi un "ripasso" ai telespettatori del celebre personaggio). Nessuno però è riuscito ad avvicinarla e dopo un paio d'ore di permanenza nella clinica, intorno alle 14 è ripartita per Milano. [ro. gr.]
Nel pomeriggio dello stesso giorno, una redattrice locale de "La Repubblica" telefonava alla libreria Grafton 9 (sede ufficiosa dell'Associazione Psicogeografica di Bologna) chiedendo di Luther Blissett. La giornalista si congratulava (!) con la nota terrorista culturale per la vicenda di "L.B." (su cui il "Carlino", nel frattempo, sceglieva di mantenere un imbarazzato silenzio, come già aveva fatto con la precedente beffa del falso "teppista" di Riccione), e annunciava per celia che nella sede de "La Repubblica" era sorto un Luther Blissett Fan Club! Ciò dimostrava che l'odio tra le due testate (l'una vicina ad AN, l'altra liberal e di centrosinistra) scavalcava qualunque solidarietà di categoria: sebbene il "Carlino" sia uno dei peggiori giornali esistenti, e i suoi redattori siano dei veri e propri minus habentes, nessuna testata poteva dirsi al sicuro da imbrogli come quello di Luther, tantomeno "La Repubblica". Dev'essere stato quest'entusiasmo lutherista in ambiente scalfariano, quest'eccesso di zelo "disvelatorio" a trascinare, nei due giorni che seguirono, i due giornali in una disputa violentissima sul "caso Naomi Campbell". Prima di proseguire, va precisato che - a quanto ci risulta - nella telefonata tra Luther e la giornalista non veniva fatta menzione dell'antipaticissima top model.

 


 

Da "La Repubblica - Bologna" di sabato 28/10/1995

E GIOVEDÌ APPARVE NAOMI

False segnalazioni della star in città e c'è chi abbocca

BOLOGNA? È in America. Verso Rastignano non corre via Toscana, ma la Decima Strada, anzi, sorry, la 10th Avenue. Ai suoi lati non si rincorrono case di cura e villette, bensì studios tivù. Qui si stampa "USA Today". Qui appare Naomi Campbell, "la seducente e chiacchierata top model". Qui è New York. Vedete le Due Torri? Sono le Torri Gemelle, N.Y. City.
Visioni, apparizioni, invenzioni. Giovedì a qualcuno è apparsa Naomi Campbell. In Bologna City. Bella, fuseaux, golf, mantella nera, volto seminascosto da un grande paio di occhiali, foulard nero, tacchi altissimi, amica importantissima. Su Saab giunta da Milano. L'hanno vista, l'hanno vista, l'hanno scritto, l'hanno scritto: entrava in una clinica per farsi "ritoccare". Anche le visioni hanno le smagliature.
Peccato che Naomi a Bologna non sia mai venuta. Peccato, perché vuol dire che non siamo N.Y. Addio, "USA Today" ecc. ecc. Naomi giovedì non s'è mai mossa da Manhattan. Si è presentata, come tutti i giorni dal 16 ottobre, agli studi televisivi sulla 10th Avenue. Sta girando "New York Undercover", serial tivù di gran successo. Andrà avanti fino al 2 novembre.
E Bologna? Voci metropolitane. Per giorni i giornali di qua sono stati tempestati da telefonate. "Arriva la Campbell". E giù particolari ogni volta più ricchi. Ma quanti Luther Blissett, perfidi ragazzacci che fanno perfidi scherzi, ci sono sotto le Due Torri? Qualcuno c'ha creduto, qualcuno... "Sono disgustata" dice la signora in nero da N.Y., dove oggi comincia a sfilare per Versace. "Ma cosa devono inventare per parlare di me?". Bologna, scusi? "Bellissima città, famosa per il mangiare".
Grazie, e non si crucci troppo. Nello stesso posto, nello stesso modo, con lo stesso pubblico in estate era già apparso Al Walid, il socio arabo di Berlusconi. Scusi, signora, ma brutti tempi quelli in cui le apparizioni sono affidate a top model e sceicchi.

 

Ricapitolando: "La Repubblica" affermava di aver telefonato a Naomi chiedendo conferma della sua visita a Bologna. Naomi, proseguiva "La Repubblica", aveva negato perentoriamente (va comunque detto che, se la notizia fosse stata vera, a Campbell sarebbe convenuto non far sapere che il suo corpo ha bisogno di un restauro...). "La Repubblica", probabilmente sulla scia delle rivelazioni del giorno prima, attribuiva questo "perfido scherzo" a Luther Blissett. L'indomani il "Carlino" (che, coprendosi di ridicolo, aveva continuato a non dare la notizia della beffa di "L.B.") rispondeva sulla prima pagina dell'edizione locale, con un violento e rancoroso fondo non firmato (quindi attribuibile al direttore Castagnoli?).

 

Dal "Carlino - Bologna" di domenica 28/10/1995

Il caso

NAOMI E I MAESTRI DI CATTIVO GIORNALISMO

Non siamo disposti a prendere lezioni di giornalismo da chicchessia, tantomeno da testate che in passato più volte hanno fatto ridere l'Italia coi loro tragicomici svarioni. Prendiamo il caso de "La Repubblica" che, non avendo nulla di meglio di cui occuparsi [da che pulpito! N.d.LB.], ieri ha dedicato un articolo a un nostro presunto infortunio professionale. Venerdì avevamo riferito che Naomi Campbell era stata visitata a Villa Toniolo dal professor Roberto Lauro, il noto chirurgo estetico. "Repubblica" sostiene invece che quel giorno la famosa top model di colore si trovava a New York e si lascia andare a una gratuita ironia sulla nostra presunta scivolata. Ci consentano i lettori di precisare un paio di cose ai colleghi di "Repubblica".

1) Naomi Campbell era a Bologna nel luogo e all'ora che il Carlino ha scritto. Siamo disponibili ad arrivare fino in Tribunale per dimostrare quanto stiamo scrivendo [Rob da matt!!! N.d.LB.] e confermiamo che la top model è arrivata su una Saab targata Milano, era vestita tutta di nero, con occhiali da sole e scarpe con tacchi alti. Naomi si è intrattenuta un paio di ore ed è stata visitata dal professor Lauro. È falso invece che quel giorno fosse a New York.

2) "Repubblica" continua a fare la morale agli altri senza mai guardare in casa propria [questo "continua" è l'unica, implicita ammissione dell'esistenza di precedenti - le beffe di "L.B." e del "teppista di Riccione" - da parte del Carlino, N.d.LB.]. Citiamo a memoria tra i tanti veri infortuni professionali: l'intervista ai genitori di Cossiga, quando questi erano già morti da parecchi anni; oppure, per restare nell'ambito bolognese, la clamorosa autosmentita alla quale questi maestri di giornalismo furono costretti dal Calzaturificio Magli.

Cosa accadde? "Repubblica" aveva scritto balle talmente grossolane che dovette poi rettificare con un avviso dall'eloquente titolo: "Clamoroso infortunio giornalistico". Nel testo, sottoscritto dalla redazione di "Affari e Finanza" di "Repubblica", si leggeva tra l'altro: "Le fonti autorevoli citate si sono rivelate né autorevoli, né affidabili né, al limite, esistenti. La visita alla Magli da parte di presunti acquirenti dell'azienda non è mai avvenuta. Era pure pubblicata come fotografia di un amministratore della società la foto di un'altra persona". Raramente un quotidiano ha dovuto rettificare tanti strafalcioni in un colpo solo, questi articoli dovrebbero essere studiati nelle scuole di giornalismo come monito contro la degenerazione di un mestiere. Dobbiamo proseguire? Non ci sembra il caso di infierire. Piuttosto val la pena che "Repubblica" metta in ordine in casa propria prima di far le bucce a chi fa onestamente della cronaca.

 

 

Chiaramente qualcuno mentiva, ed è probabile che fosse Naomi Campbell. Ma ciò che conta è che, senza i precedenti del "teppista di Riccione" e di "L.B.", "La Repubblica" non avrebbe preso per oro colato le smentite della top model, e non avrebbe trasformato l'enunciato "forse non è vero" in quello "è un falso alla Blissett". E se le beffe di cui sopra non avessero profondamente irritato il Carlino e intaccato l'autostima dei suoi redattori, il falso "disvelamento" de "La Repubblica" avrebbe ricevuto ben altra risposta: stizzita sì, ma diplomatica. Così questa vicenda è a tutti gli effetti l'ennesima truffa di Luther Blissett, anche se stavolta i giornali hanno fatto tutto da soli! Una delle regole del sabotaggio mediatico (cfr. il capitolo "Ratfucking" del saggio di Luther Blissett "MIND INVADERS", Castelvecchi, Roma 1995) è che la creazione del "clima" adatto all'azione è più importante dell'atto stesso. Il "caso Naomi Campbell" non è che l'ennesima prova del nove.

 

Luther Blissett, 1 novembre 1995