CONTRO L'IDENTITÀ UNICA IMPOSTA

La non-identità è l'identità più forte che possa esserci al giorno d'oggi.

Don Antonio Mazzi, febbraio 1996.

 

Omicidio di Stato a Roccella Jonica (RC)

 

L'omicidio, la morte, sono ovunque legalizzati, se non legali, purché siano convertibili in valore, secondo il medesimo processo che mediatizza il lavoro. Soltanto certe morti, certe pratiche sfuggono a questa convertibilità; soltanto esse sono sovversive, e molto spesso sono dell'ordine del fatto diverso. Tra di esse il suicidio, che ha assunto nelle nostre società un'estensione e una definizione differente, fino a diventare, nel quadro della reversibilità offensiva della morte, la forma stessa della sovversione.

J. Baudrillard, "Lo scambio simbolico e la morte"

 

Il potere anagrafico di nominazione ed imposizione identitaria fa la sua ennesima vittima. Lunedì 23 ottobre Andrea Ruga, quarantasettenne commercialista, si toglie la vita per colpa del suo nome, dell'Identità Unica Imposta. Si sentiva vittima di un assurdo meccanismo di criminalizzazione che si è appigliato unicamente al suo nome e al suo cognome, identici a quelli di un famigerato esponente delle cosche calabresi, un boss coinvolto in sequestri di persona e in un torbido intreccio di mafia e terrorismo, nato e cresciuto nel suo stesso paese ma neppure lontanamente imparentato con lui.

Perseguitato da perquisizioni, dalle fermate prolungate ai posti di blocco, dai drammi in albergo al momento di esibire i documenti. Da militante psicogeografo andava alla deriva sull'autostrada chiamando via cellulare giornalisti, comandanti dei carabinieri, senatori, un procuratore della Repubblica e denunciando in anticipo il suo gesto estremo, coinvolgendo così le forze dell'ordine in un gioco di deriva forzata alla ricerca del suo corpo morente, vincendo la partita: era trovato in condizioni non più recuperabili.

Il Ruga, non potendo altrimenti rinunciare al suo nome, sceglie un antiparassitario per darsi la morte, a rappresentare simbolicamente il tentativo di estirpare il parassita che si avvinghiava alla sua identità: il nome proprio.

Niente resterà impunito - Per l'abolizione immediata del nome proprio!

 

Luther Blissett, 24-10-95