FUMETTI
Il mistero della tavola scomparsa
L'universo di Luther Blissett somiglia a quello dei supereroi (si tratti di Marvel o di DC, Image, ecc.): nessun episodio è realmente autoconclusivo, tutte le vicende individuali e collettive sono interrelate, un numero potenzialmente infinito di mondi paralleli richiede periodici riassestamenti omeostatici. Negli anni '60-'70 l'universo Marvel, con tutti i suoi rimandi e psichedelici rompicapi, abituò i teenagers di tutto il mondo ad una comunicazione ipertestuale e ipermediale. Era una specie di albero mostruoso, da racconto di H.P.Lovecraft, che protendeva sempre nuovi rami e radici in tutte le direzioni: chi può tenere il conto di tutte le discrepanze e gli anacronismi, di tutte le sinergie tra diverse testate, di tutti gli incontri e/o scontri tra i personaggi? E soprattutto, chi se ne fotte? Come per la mitologia classica greco-romana, ciò che importa è il fondale, infinitamente estendibile nel tempo e nello spazio, sempre rimanipolabile.
Era perciò inevitabile che Luther Blissett interagisse dall'esterno con questo filone mitico-pop, in attesa di interagirvi dall'interno, come personaggio, a fianco di Wolverine o di Venom, di Hulk o dell'Uomo Ragno.
Ma il rapporto di Luther col mondo dei comics non si esaurisce qui, poiché il fumetto (disegnato ex-novo o détournato) è una delle sue forme d'espressione preferite. In Italia, Luther ha più volte tagliato e rimontato a piacimento tavole di Pratt, Magnus, Maramotti, ecc. e soprattutto di fumetti Bonelli come Dylan Dog o Nathan Never (La violazione del copyright è il mio crimine preferito!) - A quest'ultima casa editrice Luther ha anche scritto una lettera... ed ha ricevuto una risposta!
Tutto questo, e forse qualcosa in più, è documentato nelle pagine seguenti.
"Calma, figliolo, non è verso di te che è rivolta la nostra collera, ma verso quel rifiuto umano che ha trafugato la tavola originale di Alex Ross all'Expocartoon di Roma. Ci senti, bastardo? Beh, allora sappi che, ovunque tu ti nasconda, ti troveremo e pasteggeremo con la tua faccia."
Venom [Massimiliano Brighel], rubrica della posta, Venom n.4, Marvel Italia, marzo 1995
LUTHER BLISSETT RIVENDICA IL FURTO DELLA TAVOLA ORIGINALE DI ALEX ROSS ALL'EXPOCARTOON DI ROMA
Spett.le redazione Marvel Italia,
Ho letto sui vostri albi dell'"increscioso" furto della tavola originale di Alex Ross. Vedo che non avete perso tempo a sfoggiare le vostre grinfie da multinazionale. È assolutamente inutile che speriate di ritrovarla. Sono venuto alla Expocartoon di Roma col preciso scopo di fare qualcosa di eclatante, per sconvolgere la mostra, ma, a dire la verità, non mi aspettavo fosse così facile riuscire a sconvolgere il vostro dominio economico sull'arte, che si manifesta in queste mostre per collezionisti, dove la speculazione regna sovrana e si banalizza l'arte come un oggetto da possedere, non da gustare. Adesso, la magnifica tavola di A. Ross possono apprezzarla anche coloro che non sanno cos'è la Marvel, la D.C., e le altre case editrici. L'arte è qualcosa che va diffuso a livello globale e popolare, non è un elitarismo. Così ora la tavola è stata tagliata in 21 parti ed è stata inviata in buste chiuse a ventuno (uno per ogni regione) cittadini italiani selezionati a caso sull'elenco telefonico. Solo ora l'arte ha rotto le barriere ed è stata divulgata alle inconsapevoli moltitudini (che non hanno dovuto pagare alcunché per ammirarla). Pur sapendo che mi considererete un mitomane, dimostrando così la vostra superficialità e la vostra arroganza, ho ritenuto giusto spiegarvi come stanno le cose, affinché non si considerino i lettori di fumetti una stirpe di ladri.
Senza rancore
Luther Blissett
Risposta di Brighel/Venom:
L. B. è un gruppo di simpaticoni che curano programmi su Radio Città del Capo e "occupano" il Livello 57 [????] in via dello scalo (ex-Bestial Market). Proprio di recente, hanno fatto cercare a "Chi l'ha visto?" una persona che non esisteva suscitando l'interesse di Chiambretti, il quale ha tentato, senza successo, di intervistarli per "Il Laureato". Inutile dire che - nella mia prossima capatina per le vie di Bologna - vedrò di mangiare il cervello a tutti loro.
In seguito a questa risposta, invito tutti i Luther Blissett a scrivere alla Marvel, per spiegar loro che L. B. non è solo "un gruppo di simpaticoni" di Bologna ma è molto di più (quindi attacchi ideologici, ma anche altre cose, come incessanti richieste di pubblicare gli albi di Luther Blissett, o disegnati da Luther, e cos'altro vi viene in mente). Luther Blissett è tutto e tutti!
Saluther a tutti
Luther Blissett
APPENDICE: MESSAGGI DA CYBERNET
Mon 27 Mar 95 14.24
From: Lobo
To: All
Re: ******* LEGGERE *******
Salve All !
Chi è quel GRANDE - MITIKO - UNIKO che ha tappezzato Lucca'95 con adesivi di Luther Blissett..? Vorrei averne alcuni... troppo belli: Luther Blissett è appena andato via...
Saluti da Lobo
Wed 29 Mar 95 11.30
By: Luther Blissett
From: Lobo
Re: ******* LEGGERE *******
* In un messaggio originariamente indirizzato a All, Lobo disse:
> Chi è quel GRANDE - MITIKO - UNIKO che ha tappezzato
> Lucca'95 con adesivi di Luther Blisset..?
> Vorrei averne alcuni...
Si suppone sia stato lo stesso Luther Blissett che ha rubato la tavola
originale di Alex Ross alla Marvel! Grande!
* Origin: ECN BOLOGNA - Radio K Centrale 107.50 Mhz 051-520986 (45:1917/4)
SMASH BONELLI!
SMASH SCLAVI!
SMASH THE SARDINIAN GANG!
Tex Willer, Nick Raider, Martin Mystere, Dylan Dog, Nathan Never I personaggi bonelliani più famosi e più venduti hanno qualcosa in comune: sono tutti degli sbirri.
Un ranger, un poliziotto, un giornalista, un detective freudiano dell'inconscio, un agente privato. Chi per vocazione chi per mestiere, gli eroi dei fumetti nostrani ricoprono il ruolo più rognoso del mondo senza nemmeno una goccia di cinismo chandleriano; anzi, ricavano filosofia dalla materia prima dei luoghi comuni più triti e ritriti, finendo col giustificare e rafforzare proprio quel ruolo (il Tutore dell'Ordine) che vorrebbero farci credere di mettere in discussione. Sono personaggi che vorrebbero apparire "problematici", combattuti; hanno tutti una storia travagliata alle spalle (complessi, sensi di colpa, ecc); sono solitari e riflessivi; soprattutto sono colti e idealisti, le loro storie sono piene di auliche citazioni letterarie e di buoni sentimenti Insomma decisamente dei poliziotti verosimili!!! E se anche nei fumetti la verosimiglianza non ci interessa (al sottoscritto men che meno) proprio in ciò si rivela il ruolo smaccatamente ideologico di questi ceffi disegnati.
A me non frega niente di leggere filosofia quando compro un fumetto. Tantomeno di trovarci padri piagnucolanti, figli incompresi afflitti da Edipo o addirittura famiglie distrutte dall'infedeltà coniugale e dal superlavoro (ebbene sì, non è uno scherzo, vedi Nathan Never). Questa filosofia da anticamera del barbiere ("Il signore è servito! Avanti il prossimo") non può che risultare trash. Non perché gli autori delle storie non abbiano mai letto un libro, tutt'altro, ma perché vogliono fare un fumetto con risvolti intellettuali (bleah!) e morali (aribleah!) senza però spostarsi dalla banalità dei luoghi comuni per riuscire a mantenere il prodotto neutro, gustabile per tutti i palati. Il risultato è che riescono a produrre un pasticcio informe e qualunquista di psicanalisi, letteratura "alta" e presunti ideali politici per gonzi, che finisce col rendere trash quasi tutte le loro storie.
L'unico ad aver portato linfa nuova alle salme bonelliane è stato a suo tempo Tiziano Sclavi. Peccato che col passare degli anni la novità - il nihilismo dylaniano - sia stata risucchiata da un vortice liberal-democratico. Si è finito col ritagliare su Dylan Dog il vestito del paladino dei Diritti (dell'Uomo, degli animali, delle minoranze, dei tronchi umani, ecc.), ossia del poliziotto "buono" che combatte l'ingiustizia con la pistola in una mano e la Bibbia (anzi, I fiori del male) nell'altra. Poliziotto, ebbene sì. Spero che qualcuno si sia soffermato a riflettere sul fatto che Dylan, anche senza tesserino, è uno sbirro. Innanzi tutto è amico e collaboratore di un altro "verosimilissimo" personaggio, l'ispettore Bloch, che sembra più adatto a fare il curato in un villaggio del Lancashire, piuttosto che il poliziotto in una città di dieci milioni di abitanti (tanto per continuare sul filone "gli sbirri dal volto umano"). In secondo luogo, anche se le sceneggiature pretendono di dare sempre una panoramica "socio-psicologica" dei problemi dell'inconscio, l'Indagatore dell'Incubo a conti fatti (e a colpi sparati) finisce dritto dritto lingua in bocca col detective Cobretti e la sua limpida visione delle cose: "Tu sei il male e io la cura".
Tralasciando ora la riduzione di un grande surrealista come Groucho Marx a "racconta-barzellette", ci tocca constatare che perfino quel minimo elemento "sovversivo-innovativo" (per questo paese di catto-bigotti conservati sotto spirito santo) che era rappresentato dallo splatter, presto è stato fatto rientrare nei canoni del più che accettabile. E Bonelli se ne è perfino vantato, pubblicando la letterina ad hoc della mamma "aperta" e progressista che elogia Dylan Dog perché "fa riflettere" su tematiche attuali, perché i giovani bisogna aiutarli a confrontarsi con la realtà che poi queste cose succedono davvero e via sbrodolando. È stato un bel requiem per Dylan Dog, la fine peggiore per un nihilista (o presunto tale) è proprio di essere giustificato moralmente e morire in grazia di Dio. Avevo un amico che ha fatto la stessa fine. Amen.
Il fatto è che dal declino di Tex Willer in avanti, il processo di banale politicizzazione dei personaggi bonelliani è proseguito fino all'avanzato stato di decomposizione in cui versano ormai da anni. Benché gratta gratta il suo ruolo sia sempre stato quello di custode della lenta estinzione indiana nelle riserve, almeno il buon Tex non ha mai mostrato troppa fiducia nelle gloriose istituzioni americane e si sa che nel suo cuore gli indiani vengono prima dei bianchi. Ma se ci spostiamo ad oggi, dall'ambiguità arriviamo al nazi-fascismo. Chi infatti riesce a suscitare in chi scrive una curiosità morbosa per le sue gesta, è senz'ombra di dubbio Nathan Never, l'ultima creazione bonelliana in ordine di tempo. Il personaggio vorrebbe ispirarsi vagamente a quello di Rick Deckard, protagonista di Blade Runner. Peccato però che la Banda dei Sardi (Vigna & co.) si sia dimenticata che, nel film, Ridley Scott ne aveva fatto un personaggio quasi negativo, un mercenario impacciato e decadente (abbastanza simile a Philip Marlowe). Nathan Never invece si avvicina molto di più all'ideale hitleriano di superuomo: atletico, bello, coraggioso e soprattutto pieno di ideali. Never racchiude in sé tutto il peggio che un personaggio dei fumetti può esprimere, figuriamoci una persona in carne ed ossa La sua ideologia (sua di lui, del personaggio Never, che è solito dilettarsi di letteratura e filosofia quando non è impegnato ad ammazzare qualcuno) è composta da elementi a dir poco reazionari: fede nella famiglia come istituzione; senso di lealtà verso il datore di lavoro (da cui per altro è trattato di merda); sfiducia nell'efficacia della polizia ovviamente venduta e corrotta (ecco perché secondo lui c'è bisogno delle agenzie private, cfr. NN n.1); nostalgia di un passato mitico (l'età dell'oro predigitale delle biblioteche e del focolare domestico) e via di questo passo. Certo, il tutto è infarcito di comprensione, sensibilità, affetti, come in un film trashissimo di e con Sylvester Stallone (vedi sopra). Non parliamo dei personaggi che circondano il nostro eroe A cominciare da Legs Weaver, il prototipo wagneriano della Valkiria, la donna-uomo guerriera che capisce solo la forza; per continuare con Sigmund Baginov, macchietta dell'ebreo tutto cervello e naso; e per finire con gli altri esaltati e armatissimi giustizieri della notte che compongono lo staff dell'Agenzia Alfa. Tutti questi nazisti sarebbero splendidi se finissero in una sceneggiatura pulp di Quentin Tarantino e Roger Avary, ma non è dato: ancora una volta dobbiamo sorbirceli tocciati in una melassa di "sensibilità sociale", psicologismo straccione, drammi familiari, e inutili invettive liberal-democratiche (se non addirittura di estrema destra).
Molto probabilmente l'unico personaggio della scuderia Bonelli che merita una lancia spezzata a suo favore è Mister No - uno dei più dimenticati - proprio perché è un ribelle vero, un antimilitarista che non disdegna nemmeno la lotta di classe (vedi il recente Mr.No n.241) e che non ha bisogno di atteggiarsi a filosofo esistenzialista. Peccato sia stato scalzato da tempo da più giovani cialtroni.
KILL YOUR IDOLS - dice la Bibbia - AND USE THEM - aggiungo io. Uccidili come idoli da contemplare passivamente (nella speranza che il prossimo mese Bonelli pubblichi la tua letterina adulante), ma riutilizzali come personaggi da far camminare per il mondo e a cui far fare quello che ti pare. È venuto il momento che coloro che hanno sempre tenuto in vita Dylan & co. - cioé i lettori, con i loro soldi - se ne approprino definitivamente, sottraendone i destini al controllo della Banda Bonelli.
Questa è una proposta per un Grande Plagio: che ognuno prenda questi personaggi e ne faccia l'uso che vuole, poiché, al di là delle restrittive e monopolistiche leggi sul copyright, essi sono suoi, gli appartengono. Essi hanno bisogno di linfa nuova, di liberarsi dai loro decrepiti "inventori". Frankestein si scrolli la merda di dosso e con essa concimi mille orti, facendola retroagire su chi lo ha voluto così un mostro bavoso.
Gli autori stessi giustamente non hanno mai nascosto di aver creato le loro storie plagiando e amalgamando libri, film, altri fumetti; ebbene sì: la "creazione" non è nient'altro che questo. Perché dunque i lettori non dovrebbero poter fare lo stesso!? I nostri "eroi" avrebbero tutto da guadagnare dal loro apporto immaginativo!
Quindi,
DETOURNATE, PLAGIATE, RICREATE FUMETTI!
Sinceramente vostro,
Luther Blissett
SERGIO BONELLI EDITORE s.p.a.
via M. Buonarroti 38
20145 Milano
Milano, 4 novembre 1995
Cari amici di "Luther Blisset",
fa sempre piacere ricevere lettere di critica così ben motivate e circostanziate come la vostra. Naturalmente abbiamo visioni molto diverse degli argomenti da voi trattati a proposito di Dylan Dog, ma non è importante. Capiamo e rispettiamo le vostre opinioni, che non condividiamo, e siamo orgogliosi di avervi tra i nostri lettori. Chissà, forse un giorno potremmo incontrarci e confrontare le nostre argomentazioni. Siamo convinti che qualche attenuante generica sareste costretti a riconoscercela.
Un saluto da
Mauro Marcheselli