26 Nov 1999

ATTENTI A CLARENCE.COM E AL MISERANDO GENNA

Dopo anni di festosa e dirompente auto-propagazione, risulta ormai chiaro che Luther Blissett non è un enunciato nichilista, mero pretesto per l'imbellettamento filosofico dello svacco e del cazzeggio (completa adesione al post-moderno, *de-soggettivizzazione* e riproduzione del caos, assenza di regole etc.). Questo era un fraintendimento reazionario della prima ora, perpetrato tanto dai superficiali apologeti "debolisti" (ma più che altro indeboliti dalle seghe) quanto da critici ottusi, intruppati nell'ultrasinistra tradizionale. È stata la prassi di Blissett a far mordere la polvere a molti di costoro.

Luther Blissett è stato ed è prima di tutto *uno stile*, parola che ricorre negli scritti firmati col nome del Multiplo, e in diverse accezioni:
- *stile* come insieme di regole non scritte eppure "riscrivibili", in cui l'attenzione per i dettagli è finalizzata alla bellezza e all'efficacia dell'insieme (la reputazione di Luther Blissett come personaggio immaginario che compie azioni - spesso fortemente *politiche* - nella realtà);
- *stile* come insieme di tecniche di un'arte marziale psichica che si perfeziona di combattimento in combattimento, ad uso dei nuovi soggetti conflittuali, singolari o collettivi che siano;
- *stile* come etiquette (piccola etica) di una comunità che viene, etiquette che s'afferma per empatia e per contagio: ad esempio, non esistono Tavole della Legge in cui si affermi: "Non avrai alcun copyright", ma il rifiuto della proprietà intellettuale è stato un'acquisizione naturale del Progetto, fino a diventarne una delle testate d'angolo..

Oltre che uno stile, Luther Blissett è un organismo autopoietico, un corpo concreto, fatto delle carni e del sangue di chi usa l'arma del nome. Innumerevoli singoli hanno cercato di alzare costantemente il profilo e la qualità del Progetto, cercando sì di mantenerlo *il più inclusivo possibile*, ma specificando che, come qualunque altro organismo, Luther Blissett poteva ben RIGETTARE certi espianti che ne banalizzassero la natura. Non c'è nessuna "commissione di vigilanza" né tantomeno di censura, ma reti di diversi Blissett possono a buon diritto esprimere una CRITICA PRATICA di determinati usi del nome. Il nome, tanto per fare un esempio, non può né deve essere usato per scopi razzistici, nazionalisti, paranoico-identitari - tale uso contraddirrebbe palesemente lo stile e la natura del LBP.

Detta come va detta, il nome non può essere usato da chi cazzo vuole per giustificare qualunque scoreggia gli capiti di mollare. A dire questo non è una singola persona, non sono "io", che nel Progetto non ricopro alcuna "carica" poiché non ne esistono: questo superamento della vigilanza nel miglioramento della prassi è una conquista collettiva dell'intero network. "La qualità è la nostra forza". Sì, chi usa il nome anche una sola volta è Luther Blissett tanto chi lo usa 24 ore su 24, ma solo finché il nome viene usato nel rispetto, e sottolineo *rispetto*, delle sue caratteristiche e peculiarità, nonché dell'impegno profuso da altri/e, con cui è bello e possibile interagire. Fine della premessa.

Nel 1996, col "dirottamento" dell'operazione "net.gener@tion", la colonna bolognese del LBP difese il nome multiplo dall'operato infamante di tale GIUSEPPE GENNA (la storia è riassunta per l'ennesima volta in appendice a questo messaggio). Invero, avremmo dovuto "sprangarlo", anche in ossequio a un'intramontabile e *gentlemanly* pratica sportiva.
Questo sedicente poeta è infatti un personaggio losco in odore, anzi in tanfo, di neo-nazismo, un destrorso che vorrebbe flirtare coi corpi disossati di alcune fu-culture radicali vicine alla sinistra (insomma, "situazionisteggia"). È insomma la peggior specie di fighetto, lavora in Mondadori, nel tempo libero collabora con le inqualificabili edizioni Barbarossa (di ultradestra) e ha anche fatto l'ufficio stampa per la Pivetti (bleah!).
All'epoca sabotammo la sua piccola Anschluss, gli impedimmo di affermarsi come blissettologo e di accaparrarsi il nome apponendovi un copyright (ma anche vincendo la battaglia nel Belpaese, non avrebbe avuto speranza nel resto del mondo). Negli anni successivi ha cercato, con meritato insuccesso, di riciclarsi come esperto di situazionismo, poi addirittura come giallista (ha scritto una porcheriola il cui protagonista è un ex-terrorista nero). Più recentemente, si è presentato a convegni, assieme a una bislacca congrega di pseudo-promesse delle lettere nostrane, leggendo un suo "manifesto" in cui annacqua tardivamente diverse idee divenute popolari nell'ambito del LBP, cosa che gli è stata fatta notare anche da alcuni giornalisti.
Si è poi scoperto che Genna è capo-redattore della rivista telematica "Clarence", le cui pagine strabordano di ipocrite sviolinate sul Multiplo, iper-semplicistiche definizioni del Luther Blissett Project, roboanti recensioni del romanzo *Q* e addirittura prese di posizione firmate "Luther Blissett", certo attribuibili al nostro.
Non siamo ancora sicuri di cosa stia bollendo nella pentola di casa Genna, certo niente che possa nutrire il LBP. L'ultima sua "fatica" è un'apologia dell'avant-pop, per spiegare la quale abbiamo un'ipotesi: Genna ha nel cassetto qualcosa, forse un romanzaccio, un'operetta che s'inscrive più o meno nella suddetta corrente letteraria, e ha bisogno di preparare il terreno prima di tirarlo fuori dal suo cassetto.
Forse il vigliacchetto Hitlerjugend ha atteso che il "nucleo storico" annunciasse il proprio Seppuku per ricacciare fuori la testolina, sperando di non prendersi troppe sassate, in attesa che s'aprano i concorsi per le cattedre di blissettologia.
Ha fatto male i suoi conti, per due ragioni: innanzitutto, anche se non ci firmeremo più col nome multiplo, ci darà sempre immenso piacere svergognare simili figuri - saremo sempre a un tiro di schioppo, e magari avremo anche lo schioppo!); in secondo luogo, l'LBP rimarrà un progetto in grado di auto-tutelarsi, inclusivo ma non indiscriminato, e non si presterà facilmente alle banalizzazioni trendaiole né ad essere usato come scorciatoia intellettuale perché i mediocri possano ottenere scatti di carriera. Per partecipare alla comunità aperta di Luther occorre profondere un certo impegno, non cagare lì ogni stronzata che si formi nell'intestino.
Invito a diffidare di scritti para-blissettiani che appaiano su clarence o siano in qualche modo ascrivibili a Genna.

 


APPENDIX, dal Rapporto Italia 1999 Eurispes, scheda 41, "L'insurrezione invisibile - il caso Luther Blissett":

[...] Luther Blissett nell'estate del '95 era stato contattato via Internet da un certo "Scaligero", si trattava del poeta jungeriano, stretto collaboratore di Irene Pivetti, Giuseppe Genna. Questo singolare personaggio, attratto intellettualmente dal progetto Luther Blissett, si vantava di poter arrivare "nei posti che contano" grazie ad "alcuni agganci e spintarelle". In quello stesso periodo negli ambienti dell'underground era in corso un dibattito sul fatto che le nuove culture radicali dei movimenti erano entrate in una fase a rischio di "recupero". La preoccupazione era forte, si temeva di vedere da un giorno all'altro Luther Blissett trasformato in un trademark, il libero Network degli Eventi sottoposto al copyright, un po' quello che era già successo quando Dolce&Gabbana avevano organizzato la sfilata in "Stile Leoncavallo" e quando il Cyberpunk cominciò a mercificarsi e a divenire un fenomeno da boutique alla moda e riviste patinate con un po' di futurologia d'accatto. Luther Blissett decise allora di anticipare i tempi e preparare il "Grande libro della Controcultura anni Novanta", usando materiali "fuori gioco" e facilmente decodificabili come burla. Una sorta di scudo protettivo contro il recupero della reale controcultura. La carta vincente era proprio Giuseppe Genna con i suoi "agganci e spintarelle", tanto più che Luther aveva fatto una ricerca sul personaggio e gli era chiaro che si trattava di un esponente dell'estrema destra che tentava la solita infiltrazione a sinistra. Avrebbe beffato pure lui. L'operazione affidata all'ingenuo Genna andò a meraviglia e la Mondadori pubblicò il libro con il titolo NetGener@tion. Proprio al momento dell'uscita nelle librerie Luther Blissett mandò un fax a tutti i giornali rivendicando la beffa, denunciando l'illegittimità dell'apposizione del copyright su un nome multiplo e il tentativo dell'estrema destra di appropriarsi del progetto. La stampa nazionale darà ampio risalto a tutta la vicenda e il libro sarà presto ritirato dalle librerie. Due mesi più tardi la casa editrice neo-nazista Barbarossa di Milano pubblicherà un testo raro del situazionista Raoul Vaneigem, con un'introduzione anti-blissettiana e una postfazione di Giuseppe Genna in cui vi è il tentativo di trovare punti di contatto tra situazionismo e fascismo. Non essendo riusciti a confondere le acque nel Network degli Eventi, ci hanno riprovato con la contigua teoria dei situazionisti! Di recente, "lavata via" la figuaraccia, la Mondadori ha rimesso in circolazione NetGener@ation a causa del suo "valore aggiunto", cioè del suo valore non tanto come testo di Luther Blissett, ma come sua "opera-evento", come parte della sua mitopoiesi.