08 Nov 1999

Sabato in questura

di Gianluca Cicinelli

Sabato mattina vengo svegliato dalla redazione dell'agenzia stampa per cui lavoro. Si tratta di un'agenzia radiofonica che fornisce giornali radio a circa 130 emittenti in tutta Italia, ma questo è secondario ai fini del racconto. Mi inviano di corsa in questura dove c'é una conferenza stampa sulla brillante operazione di polizia relativa alle "messe nere". La voce che si era sparsa in mattinata, poi smentita, parlava di un arresto per Dimitri, leader dei Bambini di Satana.

Oltre ai soliti "colleghi", trovo una messa in scena degna di un telefilm di serie D anni '60. Su un tavolo sono posati:
1) Un po' di teschi, dove tra l'altro qualche giornalista distratto butta anche la cenere della cicca;
2) Diverse foto di ragazze bene in carne e in divisa da "messa nera". Faccio notare che i volti non erano coperti. Quindi nelle redazioni, che pure il giorno dopo hanno pubblicato le foto coprendo i volti, ora esistono, senza alcun consenso e senza nessun reato ipotizzato nei confronti dei soggetti ritratti, delle foto di liberi cittadini colti in un loro privato momento;
3) Molte foto del (suo malgrado) famoso Dimitri, tutte scure, accuratamente scelte per evidenziare, suppongo, gli aspetti più inquietanti che nell'immaginario collettivo possono assumere i riti satanici.
4) Ammenicoli vari, gioielli di nessun valore, presunti feticci.
5) Un tesserino della "Bambini di Satana Corporation" con tanto di foto, nome e cognome di un aderente.
6) I seguenti libri: Lilith e la luna nera; Manuale magico degli spiriti folletti; Manuale pratico di magia; A scuola dallo stregone di Carlos Castaneda. Non è chiaro, e spero che non sia così, se il materiale era stato sequestrato oppure faceva parte di una messa (non nera) in scena di dubbio gusto e di nessun rilievo giuridico.
7) Una serie di patti di sangue, siglati con una macchia che sembra, forse è, sangue.

Devo per correttezza fare una distinzione. La conferenza stampa a cui partecipavo prendeva le mosse da una denuncia fatta nel Lazio da una donna, che sosteneva di essere stata violentata durante riti satanici e di aver consegnato negli anni circa 900 milioni a un professionista romano. Su questo episodio non ho alcun elemento che possa contribuire alla chiarezza. Il fatto per quanto mi riguarda potrebbe anche essere avvenuto. Ma questo non spiega di una sola virgola il coinvolgimento di Dimitri nell'inchiesta della magistratura.

Il funzionario di grado più basso che espone i fatti non ama essere interrotto. Quando gli chiedo la relazione tra gli oggetti e i sequestri effettuati la notte precedente fa finta di non sentire. Ripeto la domanda con meno educazione, mi spiega che sta parlando e quando avrà finito potremo fare tutte le domande. Quando finisce di esporre le sue minchiate sul ritrovamento dei 50 chili di hashish dirà: siccome questa donna durante i rituali diceva di provare una strana ebbrezza e di sentire la testa leggera, il ritrovamento di stupefacente in casa di persone ritenute dell'organizzazione da lei denunciata é una prova che questa ebbrezza era causata da quelle sostanze, si guarda bene dal rispondere alle domande. Facilitato ovviamente dagli altri "colleghi" che si guardano bene dal porre quesiti logici quanto imbarazzanti per chi in questura va tutti i giorni per avere informazioni.

Chiedo allora al dirigente presente maggiori ragguagli. Senza sbilanciarsi mi ripete tutta la storia da capo. Sto per andarmene sconsolato quando sento risuonare la magica parolina: INTERNET.
L'indagine può avere sviluppi inauditi, stanno rivelando i due poliziotti.
Nel computer di Dimitri sono stati infatti trovati gelosamente criptati (e non ridono quando gli chiedo se conoscono PGP e simili, anzi, si straniscono) nomi e mail della rete romana che fa capo allo stesso Dimitri. In più centinaia di foto di satanisti in pose oscene si trovano in rete (anche quelle criptate) e quelle che non lo sono potrebbero essere servite per ricattare con la minaccia di diffonderle gli aderenti che volevano uscire dall'organizzazione. L'indagine era ora affidata al nucleo di polizia postale che opera sulla rete.

Cerco di farla breve. Sono ateo e delle messe bianche o nere non me ne può fregare di meno. Così come non m'interessa entrare nella vita di chi fa consensualmente il cavolo che gli pare. Ma vorrei portare a conoscenza di quante più persone possibile un copione che si ripete e per Dimitri e per Internet e per la libertà di opinione. Dimitri: l'incarnazione del male. Peccato sia stato sempre assolto dalla stessa magistratura che certo non gli ha usato riguardi. Internet: il covo dei pedofili assatanati che vanno controllati. Sul come sarebbere interessante conoscere gli estremi di privacy rispettati. La libertà di opinione: ricordo a tutti che un pm di Bologna, dopo aver fatto sequestrare un libro che si permetteva di raccontare i fatti per come si erano svolti al tempo del primo processo da cui Dimitri é poi uscito assolto (perché il fatto non sussiste), é arrivato a disporre il sequestro del server di un provider ritenendolo responsabile della riproduzione in rete del testo sequestrato. Ricordo infine che la legge della Repubblica Italiana ha assolto la Loggia massonica deviata P2, ritenendola un'allegra brigata di buontemponi. Che i Bambini di Satana siano più pericolosi della P2?

Credo che dovremmo fare tutti uno sforzo per dare una mano a Dimitri, indipendentemente da cosa si può pensare di lui. Difendendo lui difenderemo anche quei pochi spazi di libertà rimasti nel paese e in rete. Affido a chi è più tecnicamente preparato di me eventuali proposte per un'azione di controinformazione sulla rete.

Mi scuso per lo spazio rubato. In fondo è la prima volta che anziché ricevere scrivo alla mailing.