01 Sep 1999

Seppuku!

"La domanda che mi ossessiona è se ho mantenuto ciò che avevo promesso. Con il mio rifiuto e la mia critica ho senza dubbio promesso qualcosa. Non sono un politico, e mantenere la parola data non significa per me procurare a qualcuno dei vantaggi reali, eppure sono ossessionato notte e giorno dalla sensazione di non avere ancora mantenuto una promessa più necessaria ed importante di quelle dei politici. A tratti sono tentato dall'idea di sacrificare persino la letteratura pur di mantenere quella promessa. Sarà forse un riflesso di "orgoglio virile", ma è indubbio che l'aver vissuto tranquillamente in questi venticinque anni di democrazia, traendone vantaggi nonostante la mia disapprovazione, ferisce da lungo tempo il mio animo."

(Mishima Yukio, 1970)

"Quando l'avversario è spaventato, la sua combattività si affievolisce e subisce un vuoto nel tempo di reazione. Anche semplici gesti ordinari possono venire impiegati per distrarre l'attenzione di un avversario. Buttare a terra la propria spada, per esempio, rientra nell'arte della guerra. Se siete davvero abili nel combattimento senza spada non sarete mai disarmati."

(Munenori Yagyu, XVII° secolo)

 

Molte soggettività delle colonna italiane del Luther Blissett Project hanno deciso di iniziare il millennio con un seppuku, un suicidio rituale. Il suicidio è la dimostrazione pratica della rinuncia di Blissett alla sopravvivenza come logica identitaria e territoriale. Il suicidio è l'ultimo, estremo, radicale darsi alla macchia di un eroe popolare.

Non si tratta di propugnare una soluzione nichilista e rinunciataria, ma di scegliere la vita. Il seppuku non è una direttiva, Luther Blissett è un nome che chiunque può continuare ad usare anche dopo il Capodanno del Duemila. Ci sono paesi in cui la lotta è appena cominciata ed è bene augurarsi che prosegua.

Il seppuku è un suggerimento per tutti coloro che usano il nome da almeno un lustro, per dare spazio a nuovi stili di quest'arte marziale, facendo fiorire e proliferare i piani quinquennali di chi utilizza il multiple name da poco tempo. Occorre essere stranieri senza nome in territori sconosciuti: per alcuni questo vuol dire iniziare o continuare a chiamarsi L.B., per altri significa necessariamente il contrario.

Così il seppuku non è la fine di Luther Blissett, ma l'inizio di una nuova fase, di un nuovo modo di servirsi della sua faccia e del suo nome. Per chi vi prenderà parte, il suicidio di Blissett significherà smettere di firmarsi con quella sigla, ma proseguire un cammino. Esattamente il contrario di quello che accadrebbe a un normale suicida: egli non va più da nessuna parte, mentre il suo nome viene spesso usato ancor più di quando si trovava in vita.

Il seppuku infine non è una mossa difensiva, per evitare il recupero del Multiplo da parte dell'industria dello spettacolo. Ciò che non ha identità non è recuperabile. Da sempre l'obiettivo di Blissett è entrare nel mainstream come cavallo di Troia e aprire le porte a molteplici esperienze. Ci devono dei soldi, ricordate? Ormai siamo dentro al caveau.

Pensiamo alla dottrina buddista della reincarnazione. I seguaci dello Svegliato non credono nell'esistenza dell'anima, tuttavia pensano che una persona possa raggiungere il nirvana dopo aver attraversato diverse vite. Ciò che appare a prima vista contraddittorio, la reincarnazione senza anima, senza identità, è possibile perché le azioni degli esseri viventi lasciano una traccia, una sorta di potenzialità che alla morte del corpo terreno dell'individuo produce la nascita di un nuovo essere.

Allo stesso modo, affinché la tensione che Blissett ha sprigionato in questi anni possa animare nuove (e vecchie) realtà e nuove esperienze, occorre che il suo cadavere rilasci spore più che mai infette e taumaturgiche. Tuttavia il Multiplo ha un'infinità di corpi, molti dei quali resteranno in vita nonostante la morte di alcuni altri.

Grazie al seppuku L.B. darà vita a molteplici rinascite, svincolate dall'uso di un nome. Perché per quanto si faccia, alla lunga un nome conduce a un'identità. Singola o multipla, reale o virtuale, storica o mitica, fa senz'altro differenza ma, dopo un po', si tratta di qualcosa a cui rinunciare.

Come ci ricorda Zhuang-zi:

"L'uomo perfetto è senza io, l'uomo ispirato è senza opere, l'uomo saggio non lascia nomi."

E, come disse l'inimitabile Cary Grant:

"Meglio andarsene un minuto prima, lasciandoli con la voglia, piuttosto che un minuto dopo, avendoli annoiati."