28 jun 1999

UNA TERRIBILE BELLEZZA È NATA!

Elogio del tempo nuovo a Bologna

 

Dopo decenni di noia, pax sindacale, ammosciamento sistematico dei conflitti, repressione bonaria e politically correct, inamovibili mandarinati, politiche di destra fatte da una sinistra "plus royaliste que le roi", purulento mito del "Buongoverno", ci attende finalmente una stagione rigeneratrice, una serie di salutari scosse elettriche che sveglieranno un più che mai intorpidito tessuto sociale di sinistra.
È la brusca interruzione del consociativismo, della bambagia culturale, di tutti quegli inciuci tra "alternativi" e politicume (in vista di Bologna 2000) che il Luther Blissett Project ha sempre evitato come la peste, anche perché le catastrofiche politiche della giunta Vitali già annunciavano l'orlo del baratro. Ora si può finalmente cantare, con Battiato:

"Mandiamoli in pensione / i direttori artistici / gli addetti alla cultura"

(Patriots, 1980)

Di questa débacle elettorale della satrapia diessina, la destra non ha alcun merito, è stata solo un ricettore passivo. Quello a cui abbiamo assistito è in realtà un moto di disgusto da parte degli elettori di sinistra, un regolamento di conti.
Diremo di più: si tratta di una paradossale VITTORIA DELLA SINISTRA, che ha spazzato via la propria classe *digerente* e il proprio ceto *colitico* semplicemente *sottraendosi*, sottraendosi a tutto, anche e soprattutto al ricatto morale.
Purissima arte marziale, una specie di Ju-Jitsu.

È anche un segnale fortissimo lanciato al governo D'Alema, l'esecutivo più destrorso nella storia della Repubblica dai tempi di Tambroni, l'esecutivo che ha consegnato Ocalan ai turchi, che ha fatto passare una legge neo-medievale sulla fecondazione assistita, che ha fatto della cosiddetta "parità scolastica" un proprio cavallo di battaglia, che ha permesso agli aerei americani di seminare bombe nell'Adriatico, che ha tacciato di antiamericanismo chiunque protestasse contro i bombardamenti su Belgrado.

Se le scelte sono comunque di destra, a che vale agitare lo spauracchio della destra al potere?

La scorsa notte Bologna è stata percorsa da mini-cortei di giovani fascisti, con tanto di croci celtiche, denti di lupo, aquile rampanti, cori da stadio. Personaggi e comportamenti ridicoli: pensano di aver fatto la Rivoluzione, e invece si troveranno a fare le multe per sosta vietata. Tuttavia, è innegabile che per molti giovani felsinei, la scelta d'estrema destra - per quanto discutibilissima, discutenda, anzi ripugnante - sia stata a suo modo una scelta d'opposizione, di vita, di affermazione di un'alterità, di estremo rifiuto di un ammorbante tran-tran. Al contrario, di fronte all'ufficio del comitato pro-Bartolini, c'erano quasi solo spenti burocrati, di cui pochissimi sotto i 35. Carica utopica: zero. Sex appeal: sottozero. Una ragazza in scooter è passata sventolando la bandiera di Forza Italia e ha urlato loro: "SIETE TRISTI!" - immaginiamo fosse il plurale di "tristo", non di "triste".

Scendendo nelle fasce d'età, vediamo solo degrado e dissesto fisico, igienico, antropologico: il militante medio dei Giovani Comunisti è un flaccido e malvestito barbudo con la panzetta e i capelli unti, un po' ingobbito, malinconico animaletto da osteria finto-rustica. Una personificazione della pulsione di morte. Se non fossimo inequivocabilmente schierati contro ogni razzismo e nazionalismo, verrebbe quasi da dire:
"Meglio i nazi!".
Noi consideriamo estremamente salutare quest'irruzione di vita reale.
Luther Blissett si muoverà nel delirio dei prossimi mesi come un pesce nel mare.
Che il vento disperda il ristagnante tanfo dei salotti.
Che la sinistra cittadina sia finalmente costretta a inventarsi qualcosa.
Cara Silvia, ora sei nella condizione di fare il miglior uso possibile della copia di Q sul tuo comodino.

 

LUTHER BLISSETT, 28 giugno 1999

 


From: "Lucio Spaziante"
To: "Luther Blissett"
Subject: Bellezza e tristezza
Date: Mon, 28 Jun 1999

 

Alcune note estemporanee a commento del pensiero lutherano.
L'idea che il passaggio al ruolo di opposizione possa instillare una dose di energia, all'interno di questo momento "di attenta riflessione", è seducente ma anche ottimistica.
Quello che manca alla sinistra di governo è il governo della sinistra, oltre che un governo di sinistra. E tutte queste mancanze, non si risolvono in una semplice messa in discussione del passato prossimo, come ha tardivamente intuito, nonostante tutto, il vituperato Imbeni.

Il Luther Blissett Project si autoglorifica, non richiesto, di essersi tenuto fuori dai giochi incestuosi e consociativi. Però anche Battiato dopo aver mandato in pensione addetti e direttori, chi metterebbe al loro posto? Entità virtuali,professionisti al di sopra delle parti, attori di b-movie in pensione, o Q-people?

Pur condividendo una certa soddisfazione per la melmosa stagnazione della vita bolognese supra e sub culturale che in questo momento viene percorsa da un brivido trasformatosi in terror vacui, non farei propriamente una danza sulle ceneri del mondo annientato. Forse ci sarà da ridacchiare ma non vedo proprio di che gioire.

L'arte della sottrazione, per essere vincente, deve essere parte di una strategia consapevole, mentre in questo caso siamo semplicemente di fronte alla caduta in picchiata di "aquile" che non guardando più il territorio che sorvolavano, non si sono neanche accorte di come e quanti le stavano impallinando.

Quando il governo di sinistra sale al potere, facendo una politica di destra, la città dal governo di sinistra passa a destra. Il cerchio si chiuderà alle prossime elezioni.

Inoltre.

L'aver fatto emergere sulla superficie degli schermi mediatici, la scorsa notte, quei segni della montante restaurazione che, girando per la città, già si potevano notare da molto e molto tempo, non è n'operazione da salutare con troppo ossequio antropologico.

Altrimenti con posizioni nichiliste del genere, la legittimità di esprimere il dissenso attraverso canali reazionari deve essere salutata con simpatia, semplicemente perché esprime la volontà popolare di reagire all'uniformità del regime politico e discorsivo. In momenti del genere viene semplicemente glorificata la capacità trasformistica delle classi di centro, che si accomodano sofficemente sulla linea di mezzeria, oscillando senza timore tra la corsia di destra e quella di sinistra. Non credo che all'interno vi siano contenuti altri stimoli.

Infine, cotanto senso di superiorità nella fisiognomica del giovane diessino ("flaccido e malvestito barbudo con la panzetta e i capelli unti") è un discutibile modo di rappresentare la politica esteticamente, e guardandola dal di fuori come giudici del bon-ton militante. Se molti rappresentanti della cultura inattiva emettessero suoni gutturali non solo in forma di contumelia ma anche di proposta, forse avremmo una generazione di politici più sana, più bella e più in-linea-non-allineata.

Cara Silvia, ora sei nella condizione di fare il miglior uso possibile della copia di Q sul tuo comodino.

 

P.S. Non so se tra le innumerevoli proposte interpretative esibite dalla stampa di ogni direzione, vi sia anche quella che risponda alla domanda mai posta con sufficiente forza: "Quale sinistra oggi?".

 

Lucio Spaziante

 


Il punto non è se LB si erga o meno a giudice del bon-ton: il punto è che se a Bologna la sacrosanta voglia teenageriale di fare casino e di esprimere alterità viene incanalata e cooptata solo dall'ultradestra, mentre dall'altra parte c'è quasi solo il mosciume del Mutenye o dell'Osteria dell'Orsa, e - dirò di più - la pressoché assoluta NEGAZIONE DELLA CORPOREITÀ e la Sindrome di Matusalemme (malattia tipica del rifondarolo), poi non si è minimamente legittimati a cospargersi il capo di cenere perché rispuntano i fascisti. I fascisti hanno più appeal, sono più vicini alle sottoculture di strada etc.

Sei libero di interpretare questa nostra posizione come viriloide, banalmente bergsoniana/soreliana e magari anche cripto-nazista, ma resta il fatto che tra un morto di sonno che "ha ragione" e un vivo e vegeto "che ha torto marcio", il più in sintonia col divenire è senz'altro il secondo.

Dopodiché, ci sembrava superfluo aggiungere che io i nazi li metterei al muro, perché lo davamo per scontato.

Resta il fatto che noi non apparteniamo alla sinistra istituzionale (che in troppe parti d'Europa è solo una diretta emanazione del FMI), per cui non starebbe a noi dare consigli, ma per uscire da questa crisi, forse "basterebbe" smetterla di smorzare il conflitto per dimostrarsi più affidabili degli Affidabili, e piantarla di esibire ogni tre secondi improbabili patenti di accettabilità e democraticità.

...e soprattutto smetterla di porre l'accento su 'ste cazzo di "regole" il cui rispetto parrebbe oggi la cosa più importante del mondo. Basta col politicamente corretto! Sulle "regole", la pensiamo come il personaggio di Alberto Sordi nel vecchio film di Scola "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare etc. etc..":

Sordi e Blier picchiano uno spregevole negriero, lui protesta perché sono due contro uno, e Sordi ribatte: "SÌ, E SE ERAVAMO IN TRE, TE MENAVAMO IN TRE!!!".

LB