Primissima recensione di "Lasciate che I bimbi". È uscita venerdì 21 novembre sul settimanale bolognese "Zero in condotta", pag.9. Chi ha letto il libro sa che si tratta dell'unico organo di informazione locale che abbia aiutato Luther nella sua campagna anti-GRIS e per la liberazione dei Bambini di Satana. Per quanto riguarda i media nazionali, è ancora censura totale.

LASCIATE CHE I BIMBI VENGANO A LUTHER

di Rudi Ghedini

Scegliere una tesi impopolare consente una certa dose di originalità, più o meno tollerata dal senso comune, che ha pur sempre bisogno di definirsi anche in negativo. Ma scegliere una tesi estrema, com'è quella definita dal sottotitolo - Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe - significa esporsi all'intolleranza. Pura e semplice. La tesi di Luther Blissett, uno dei tanti Luther nella logica del nome multiplo, appena pubblicata da Castelvecchi (lire 18.000), pare fatta apposta per suscitare scandalo, esecrazione, fastidio, disgusto. Non fosse altro perché espone sul banco degli imputati proprio i costruttori dell'opinione pubblica - giornali e tivù -, che con la faccia e le parole di circostanza, sulla caccia al pedofilo hanno infilato una quantità di idiozie.

Luther affastella citazioni, le mischia, imprime un suo motivato ordine alla psicosi esplosa dopo le confessioni del mostro di Marcinelle, quando il Belgio è diventato una specie di bosco oscuro di Biancaneve, di grotta di Polifemo, e peggio ancora. L'approccio di Luther, prima ancora che garantista, è pregiudizialmente ostile al fanatismo della guerra santa, non si stanca di affermare la distinzione fra stupratori di minorenni e pedofili (amanti dei fanciulli), per quanto il confine della violenza sia dato dalla debolezza del soggetto: i bambini. Ma la vera debolezza, sostiene il perfido

Luther, starebbe altrove, nell'istituzione familiare, "pilastro della morale cristiana e della società capitalistica", e perciò condannata ad una fine traumatica, legata com'è a doppio filo (o nodo scorsoio) alle sorti declinanti del lavoro salariato.

Rimettendo in ordine gli appunti, Luther riprende vari testi già apparsi su Zero in condotta, a proposito dei cosiddetti Bambini di Satana. La vicenda bolognese, conclusasi com'è noto con l'assoluzione degli imputati, ha proceduto per oltre un anno sulla linea retorico-giudiziaria dell'equivalenza fra satanisti e pedofili. Equivalenza che qualcuno, inascoltato, negava: Luther riproduce la lunga lettera che ci venne spedita da William Andraghetti, pedofilo dichiarato e già condannato a 4 anni di carcere, con la sua disperata convinzione per cui "per alcune categorie di imputati, ieri la banda dei pedofili e oggi la banda dei satanisti, non ci sarà mai vera giustizia e nessuna tutela". Troppo mostri, troppo repellenti, troppo 'sporcaccioni' per meritarla. Riletti oggi, certi articoli apparsi sulle cronache bolognesi del Resto del Carlino, spingono verso soglie impensabili il comune senso del ridicolo. Lo stesso Luther, nel [commentare il] ritardo con cui si dedicò alla vicenda, ammette: "sottovalutiamo la portata della montatura contro Dimitri, che consideriamo nulla più che un mentecatto, un parente metallaro di Otelma e del Mago di Arcella".

La tecnica lutherana non è la classica controinformazione, "il cercare di ristabilire la verità. Al contrario, vuole "spingere le cose al limite fare della logica propria del sistema l'arma assoluta. Omeopatia mediatica", la chiama. Depista, diffonde voci assurde, prove false, mitomania a puntate: gli spacciatori di indignazione ci cascano sempre.

Gli abusi sessuali sui minori erano già stati indagati negli Stati Uniti (paese anticipatore per definizione), verificando psicosi infondate, una sindrome isterica (False Memory Syndrome) nella quale i bambini venivano di fatto istruiti a mentire e strumentalizzati: la vera e propria *circonvenzione di minori* era fatta da psicologi e inquirenti, che volevano sentirsi dire ciò che già stava nelle loro teorie. Quando il meccanismo repressivo può avviarsi, il vero obiettivo, secondo Luther, non è circoscritto ai fatti specifici, "sono in realtà tutte le libertà sessuali e individuali". Una tesi che chi leggerà questo libro troverà convincente, o almeno disturbante. Mentre si fa strada la teoria della castrazione chimica dei pervertiti, Luther cita Le Monde Diplomatique" "perché non riaffermare che ogni desiderio è morboso e destinato alla terapia quando non è definito in anticipo dalla norma sociale?". Il lettore resterà libero di trovare abbietto il mercato delle pornocassette, o del turismo sessuale; forse continuerà a disprezzare la pedofilia tout court; ma sarà almeno spinto a distinguere i fenomeni e a porsi la classica domanda ('A chi giova?') di fronte all'imponente rilievo assunto dai presunti reati contro i minori. Che ci sia qualcosa che non torna lo dimostrano proprio i dati nordamericani, dove quasi il 90% dei processi si è concluso con la completa assoluzione degli imputati: e non si parla di poche decine di persone, ma di 2 milioni in meno di dieci anni. Il lettore sarà pure spinto a dubitare dell'efficacia della recente Legge "contro la prostituzione e la pornografia minorile", approvata a larghissima maggioranza, quella che prevede, come ha fatto notare Lietta Tornabuoni sulla Stampa, che pure il possesso, in casa propria, di una foto o di una videocassetta, più o meno porno, può essere punito penalmente. La periferica Bologna è stata il mediocrissimo set di una puntata di X-Files, o di Millennium se preferite. Questo giornale ha sostenuto e diffuso la campagna garantista contro il giudizio sommario di colpevolezza già attribuito ai satanisti. Senza avere nessuna simpatia per i satanisti, com'è ovvio. Consapevoli di quanto la presunzione di innocenza sia più difficile, e tanto più necessaria, quando l'oggetto del reato è così sovraccarico d'isteria e di orrore. Continuiamo a chiederlo con le stesse parole: "È possibile essere garantisti, quando gli imputati si chiamano Bambini di Satana?".