Immaginate che...

 

Immaginate che, in un pomeriggio di un'estate afosa, uno strano personaggio varchi la porta della vostra agenzia e vi dica senza convenevoli: "Scopra chi muove i fili!". "Quali fili?", è la naturale, perplessa reazione. Dalla finestra aperta non entra un alito di vento, e ovviamente il condizionatore è rotto. La scrivania ricoperta di kleenex accartocciati, intrisi di sudore. La vostra camicia è madida e appiccicosa, dunque non potete fare a meno di notare l'aspetto fresco e disinvolto del nuovo cliente. Non risponde subito alla vostra domanda, si toglie la giacca e la sistema con cura sullo schienale della poltrona, si siede, si allenta il nodo della cravatta e comincia:
"Un artista si è suicidato."
"Lo fanno in molti."
"Non in quel modo, e con tutte quelle coincidenze - e comincia uno scombinato monologo fatto di leggende metropolitane, connessioni arbitrarie, personaggi inverosimili, sette occulte, complotti privi di scopo e via dicendo. Sempre più perplessi, e incapaci di distogliere l'attenzione dal sudore che continua a colarvi sulla fronte, chiedete:
"Insomma, in cosa posso esserle utile?"
"Ha mai lavorato su un mito?" vi chiede.
"Attori? Pop-stars? Roba del genere?"
"No, intendo dire il Mito. Voglio sapere che fine ha fatto, se esiste ancora o che cosa lo ha sostituito, e soprattutto...chi muove i fili e Perché."

Vi chiede la tariffa. Decidete di sparare alto, per dissuaderlo. Ma il cliente non fa una piega, estrae il libretto degli assegni con l'aria di chi è disposto a pagare qualsiasi cifra, strappa l'assegno e ve lo appoggia tra i kleenex. Lo girate tra le mani: è l'anticipo di un mese di lavoro, con una firma: Luther Blissett. Quando rialzate lo sguardo, Blissett sta già uscendo, e vi viene in mente che non sapete da dove cominciare. Con un certo affanno, gli chiedete:
"Ma cosa c'entra il suicidio di quell'artista?"
È per scoprire questo che la pago."

L'unica persona che potrebbe aiutarvi è un tale che abita nell'East End, in grado di darvi delle dritte su occultismo, tradizioni esoteriche e cazzate del genere.
Parlandovi del Graal, del quale avete confuse reminiscenze cinematografiche, il contatto vi fa capire che niente è scontato, che il mito non è mai stato solo ciò che sembrava e che probabilmente Blissett sa molto più di quanto vi ha detto. Siete ben lontani dal capirci qualcosa, e l'unico modo per orientarvi è saperne di più sul conto del vostro ambiguo cliente.
Perché, vi ha affidato il caso?
La faccenda si fa più intricata per le frequenti allusioni al ruolo e alla figura di Blissett da parte del vostro contatto. Insistete per avere informazioni più precise, ne ottenete un indirizzo e una inquietante affermazione:
" È bene che tu prosegua da solo."

Bingo! Il secondo contatto vi racconta molte cose. Scremate le informazioni: l'artista morto, Blissett, gli stessi personaggi in cui vi siete imbattuti... Cominciano a profilarsi i vaghi contorni di un'incomprensibile cospirazione. Mancano ancora molti tasselli, ma quel poco che sapete vi sta conducendo dritti al cuore del Mito. Dal vostro primo incontro, non avete più visto Blissett e non sapete come ricontattarlo.

Passate giorni di canicola tra archivi e biblioteche, tra gli sguardi incuriositi di sbirri e dipendenti del Comune. Incredibili corrispondenze vi forniscono indizi sulle matrici filosofiche della cospirazione: il rifiuto dell'individuo e del nome proprio, la falsificazione e deformazione dei dati, lo sradicamento e l'attraversamento dei territori... Ma chi muove i fili? Più cose scoprite e pi- le vostre certezze vacillano. È ormai una questione personale, il vostro cliente, o meglio i vostri clienti, non contano più nulla. Non vi chiedete più perché vi è stato affidato il caso, ciò che conta è risolverlo. Vi trovate in un labirinto di specchi, ed in ognuno di essi vedete il vostro volto fondersi con quelli di tutti i personaggi che popolano il caso.

Non dormite più, le vostre giornate sono un frenetico susseguirsi di ricerche, interrogatori e acquisizioni di nuovi documenti, non riuscite a pensare ad altro, tutto quello che scoprite non conduce a una soluzione razionale del caso ma accelera la vostra crisi.
Il Mito ha trovato voi.

Collasso. Catatonia, il cervello saturo di informazioni. Il vostro fisico non regge ad una torrida estate di sconcertanti rivelazioni. La vostra identità non ha più senso, la febbre è alta. Quando state per cedere, schiacciati nella prostrata immobilità di una stanza di motel, un'immotivata euforia si impossessa di voi: la sensazione di essere parte della cospirazione, anzi di esserne al centro, di esserne il centro.
L'artista morto, il Cliente, il Graal, i contatti, gli sbirri, i dipendenti del Comune...La loro vita avvinghiata alla vostra, avete i loro ricordi, percepite le loro sensazioni, il vostro nome è il loro. Ebbrezza. Un'improvvisa consapevolezza: non sudate più.
E quando vi trovate nella piazza più grande della città, tirati a lucido e profumati di fresco, allentate la cravatta e annunciate al mondo:
"Muovo io i fili!"

Luther Blissett

 

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