TOM GRAVES

UNA FIGURA DECISIVA DELLA CULTURA RADICALE & NOMADICA

 

di Luther Blissett

 

"Si sa, la Velocità aumentando tende ad azzerare lo scorrimento del tempo, si fa Eterno Presente, paradossalmente STASI..."

Tom Graves

 

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare nei salotti degli intellettuali belli&estremi di velocizzazione della produzione, di velocizzazione degli spostamenti, di velocizzazione del funzionamento della Macchina Comunicativa post-fordista e del conseguente annullamento dello Spazio/Tempo, ...questo con entusiastici elogi alla nuova, liberatoria dimensione cognitiva che ne seguirebbe, al Nomadismo. Kipling osservava che "Tutto sommato, al mondo ci sono solo due tipi di uomini: quelli che stanno a casa e quelli che non ci stanno", ora, questi amanti della chiacchera casalinga sembrano proprio appartenere ai primi, dei fottuti stanziali che parlano di nomadismo ad una velocità d'astrazione tale da arrivare alla paralisi mentale, all'eterno ripetersi dell'idiozia (perseverare è post-umano?). C'è però chi non ama i salotti o perlomeno quelli nelle case, visto che uno suo ce l'ha... ma se lo porta dietro nel suo furgone da traveller, sto parlando di una delle figure più interessanti dell'odierna controcultura: l'inglese Tom Graves. Graves è il teorico della RabdoGeografia, una miscela esplosiva di psicogeografia situazionista, rabdomanzia e "GeoAutonomia"(così l'americano P.Lamborn Wilson, noto anche come Hakim Bey, chiama quelle pratiche che hanno in comune il cartografare desiderante) che dà preziosi suggerimenti sul come squarciare l'eterno presente post-moderno e rompere con la codificazione sui luoghi da parte della Cartografia del Controllo, ovvero sul come produrre soggettività autonome nell'epoca della dipendenza generalizzata. Il suo libro "Le tecniche del rabdomante", scritto nel '76 e pubblicato in Italia solo nell'83 dalle red edizioni (sic), costituisce il superamento definitivo della vecchia metodologia psicogeografica e della rabdomanzia metafisica: entrambe ritenendo che l'ambiente geografico creasse "effetti precisi"(I.S.n.1) sull'organizzazione delle forme di vita hanno tentato, senza riuscirvi, di fondare criteri oggettivi di rilevamento con i quali giustificare una sovversione o semplicemente un miglioramento di quest'organizzazione; Graves con la RabdoGeografia propone invece un processo di "depropriazione" dei territori, cioé di sottrazione dei territori dai flussi del dominio (che siano del Capitale/Spettacolo o astrologici&geodetici non sposta di una virgola il discorso!) attraverso un' alterazione psico-cognitiva continua di questi. Si tratta per ogni soggettività nomadica di inventare le proprie forme di mappatura, ovvero di creare cartografie del desiderio, né vere né false, costruzioni soggettive che rivelino la condivisione temporanea di una certa forma di vita. Si tratta di imparare ad evocare le forze semio-psichiche nascoste nei luoghi che si transitano giocando, molto seriamente, al rituale rabdomantico: in una deriva di rilevamento rabdogeografico (da fare minimo in due) il conflitto con il controllo territoriale, lo spaesamento e il gioco del rituale (che diviene vera trance) sono elementi inseparabili; i partecipanti alla deriva, il rabdo-feticcio, la sostanza alterante, la musica (Graves consiglia: ghetto-blaster&techno) e il territorio da decostruire fanno parte di una stessa ecologia macchinica che si fa frattale rendendo possibile la pratica di un'autodeterminazione ambientale profonda. Prendere atto che la velocità, l'accelerazione continua prende il sopravvento sullo spazio e sul tempo e pensare che questo crei uno "spazio liscio" sul quale si può sopravvivere solo se si impara a pattinare come nomadi significa non porsi il problema di chi controlla la velocità e per cosa, significa essere così imbecilli da non accorgersi dell'imminente formazione di una "dromocrazia". La teoria gravesiana propone di asservire la velocità al desiderio: azzerare con essa gli spazi e i tempi del Lavoro e dello Spettacolo...il resto dev'essere movimento, nomadismo sganciato una volta per tutte dalla sopravvivenza, gioco rabdomantico!
Una nuova edizione di questo libro, modificato in molte sue parti dall'autore, sarà pubblicata da Castelvecchi con il titolo "Rabdomanzia Sovversiva" e il sottotitolo (un po' rozzo come è tipico per questo editore...) "oltre il cyber,oltre le T.A.Z, oltre Blissett(!): le nuove frontiere della GeoAutonomia" . Ritengo sia fondamentale il suo pirataggio (Graves, che è anche un illustratore plagiarista[LB*]1, ne sarebbe contento) e la circolazione per il potenziamento della rivolta nomadica in atto a livello internazionale, sto parlando di movimenti come quello dei raver, degli squatter, dei writer, dei traveller (di cui oggi Graves à uno degli esponenti più creativi), e di tanti altri che se riusciranno a costruire la rete della GeoAutonomia apriranno sicuramente un varco illuminante verso tutta una Nuova Coscienza del Territorio...Nell'era delle geo-filosofie, delle geo-politiche e dei geo-media la GeoAutonomia è già la rivoluzione!

 

 

[LB*] Tom Graves fu studente alla fine degli anni '60 della Croydon Art School di Londra . In questa scuola oltre a studiare da grafico e illustratore, che divenne poi la sua prima attività, conobbe Jamie Reid e Malcom McLaren (i detonatori del Punk) con i quali condivise collaborazioni occasionali alle azioni del gruppo King Mob da poco espulso, per mancanza di rigore teorico, dall'Internazionale Situazionista.