TEATRO OCCUPATO

I seguenti gruppi: Amadossalto, Centro Ricerca Arti Performative-Teatro dell'Infetto, Inquinamento di Rifiuti Argonauti, Teatro Situazionautico Luther Blissett, Amorevole Compagnia Pneumatica, operano da diverso tempo sul territorio bolognese nel settore della ricerca teatrale e coreografica, orientati verso una attività professionale a pieno titolo. Dopo aver intrattenuto una contrattazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Bologna, e vista l'impossibilità da parte dell'Amministrazione di risolvere il problema degli spazi per i giovani gruppi teatrali, in tempi brevi ed in modo esauriente, abbiamo occupato il Teatro dell'Accademia di Belle Arti, via Irnerio 45c, Bologna, spazio sottratto ad ogni possibilità teatrale da una trentina d'anni. Al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e le autorità competenti, l'occupazione consisterà in una rassegna di tre giorni, dal 6 all'8 novembre, capace di offrire una visibilità e un'occasione di confronto sul problema. [...]

 

Programma di intenti.

La possibilità che le cose possano essere modificate in profondità non è più esclusa a priori. Da adesso ogni possibilità è aperta, se lo si desidera. Ed è appunto il desiderio che deve acquistare importanza. Non soltanto desiderio "di qualcosa", ma desiderio non mancante di nulla: quel flusso, quell'energia, prodotta dall'interazione tra attori, tra spettatori, tra gli uni e gli altri. Questo per affermare che un evento teatrale è - tra le altre cose - produzione di desiderio. Desiderio che realizza anche solo per un istante un piano di comunicazione sincera, una comunità spontanea. Sarà la produzione di desiderio a regolare - nel futuro più prossimo - la politica e l'economia del teatro. Oggi il teatro è un mercato chiuso su sé stesso, autoreferenziale, rivolto ad una parte minuscola del corpo sociale. Nel futuro già in atto, invece, il teatro non avrà paura di straripare dagli attuali confini, di uscire da sé stesso; contaminare e contaminarsi con altri media e linguaggi compresi quelli del consumo "di massa" (discoteca, tivù, fumetti), in modo da verificare confronti con quelle fasce della popolazione che a teatro non ci vanno. Molti teatranti affermano che oggi il teatro è anacronistico: una riserva, un recinto dove preservare la memoria, il gesto sacro. Il teatro sarà presto abbastanza saturo di desiderio, di potenza affermativa, tanto che non ci sarà più tempo per atteggiamenti difensivi o resistenzialisti. Fuori da sé stesso verso la complessità e le contraddizioni del mondo, il teatro può trovare il coraggio di eseguire gesti sacri ovunque: dall'ipermercato al cyberspazio. Il teatro ufficiale è oggi un mercato dove da quindici anni circuitano gli stessi quindici nomi. Per espandere il mercato occorre una più ampia circolazione di idee poetiche e di linee di ricerca. Ogni teatrante deve avere la possibilità di confrontarsi con il pubblico. Nessun "addetto ai lavori" potrà avere il diritto di discriminare sulla "qualità artistica" del lavoro altrui; se giudizio dovrà esserci, riguarderà la capacità di creare interazione continuativa, concatenamenti con il territorio, con l'ambiente socio-culturale nel quale si opera. Il sapere teatrale viene oggi trasmesso attraverso filoni separati tra loro e in maniera verticale. Le tecniche, le linee di ricerca devono trovare modo di confrontarsi, contaminarsi reciprocamente e circolare in maniera orizzontale. Questo - al di là delle vuote discussioni su ciò che è "originale" oppure "già sentito" - è il prerequisito fondamentale per la nascita di nuove modalità di linguaggio scenico. La nuova generazione di teatranti non può restare entro gruppi chiusi e tesi solo a conquistarsi una fettina di questo malinconico mercato. Se l'ineliminabile punto di partenza è il bisogno, occorre poi fare il salto logico e costruire il desiderio. Desiderio di una situazione più ampia, ariosa e movimentata dell'attuale. Questi gruppi si sono di fatto uniti a partire dai propri bisogni (la mancanza di spazi), ma hanno poi progettato un desiderio comunitario, desiderio di interconnessione, di modalità inedite e di confronto. Non più "politico", non più "privato", la produzione di desiderio è ciò che attraversa, sta in mezzo ai percorsi individuali e ai percorsi collettivi e non può essere appiattita su nessuno dei due fronti.

Si prega di faxare una firma di solidarietà con l'iniziativa allo 051/262644

Amadossalto, Centro Ricerca Arti Performative-Teatro dell'Infetto, Inquinamento di Rifiuti Argonauti, Teatro Situazionautico Luther Blissett, Amorevole Compagnia Pneumatica.